lunedì 5 marzo 2018

I funghi, un ottimo regalo dell'autunno...


 
Sono alimenti dalle straordinarie proprietà salutistiche.
 Oggi sono molto di “moda” funghi medicinali (Reishi,  Shiteke, Maitake, etc) usati come integratori per le cura di molte malattie.
 Ma anche i funghi che raccogliamo sui nostri prati o che troviamo al supermercato possono essere estremamente utili, possono esserlo quando si è in dieta dimagrante: sono un notevole stimolo al metabolismo (in particolare se trifolati) e hanno un basso indice glicemico e quindi vanno bene in caso di diabete o insulino resistenza. Stimolano veramente il sistema immunitario e aumentano la fluidità del sangue.
 Sono fra gli alimenti più indicati nel caso di stipsi ostinata.
 Non dimentichiamoci di loro.

  

venerdì 2 marzo 2018

Se vuoi SCIOGLIERE il grasso allora mangia il FRITTO…


Scopri perché.

 Forse pensi di seguire una dieta salutistica perché mangi senza grassi e magari non assaggi un alimento fritto da anni…

 Si però il grasso aumenta, a livello centrale (pancia) o periferico (gambe/cosce, etc), tu non ti senti completamente in forma e piena di energia.

 Allora quale sarebbe la modalità di cottura migliore?

 Risposta: TUTTE

 Lo stesso alimento se utilizzato crudo, soffritto, trifolato, fritto, in pastella, alla griglia, alla piastra, lesso, bollito, stufato, al forno, al vapore etc. esercita, quando incontra il nostro organismo, effetti diversi.

 Perché ?

 Le differenti modalità di cottura hanno effetti diversi sulle FUNZIONI ORGANICHE e GLI ORMONI del nostro organismo e noi potremmo utilizzarle tutte sapientemente così come si fa con le note di uno spartito principale.

 L' importante è mantenere l’ ARMONIA ovvero l’ equilibrio complessivo nella sequenza dei pasti.

 Mi spiego meglio, seguimi..

 Ora mi focalizzerò solo sul fritto perché parlare di tutte le modalità di cottura sarebbe dispersivo… Lo farò nei prossimi post.

 Il fritto, se ben fatto, possiede una serie di azioni funzionali che, possono essere utili per la riduzione del grasso viscerale, di quello periferico o per dare uno stimolo al metabolismo.

 Capiamo PERCHÉ:

 1) Recenti studi scientifici hanno dimostrato come i cibi cotti nell’olio portano a una secrezione di insulina e di C-peptide più bassa da parte dell’organismo, riducendo l’ accumulo di grasso corporeo viscerale. I cibi fritti o ripassati tendono a trasformare la natura degli zuccheri contenuti negli alimenti, rendendoli meno assorbibili da parte del nostro organismo e contribuendo alla riduzione del grasso addominale.

 2) Il fritto e le sue modalità intermedie (es. soffritto, trifolato…) produce uno stimolo alla funzione della cellula epatica, o per meglio dire, del polo biliare dell’ epatocita (cellula del fegato), determinando la liberazione di bile nell’intestino.

 E’ uno stimolo tossico e stressogeno per la cellula ? RISPOSTA Si… MA

 Ricordiamo la differenza fra Eustress (stress positivo per la cellula) e Distress (stress negativo per la cellula).

 In questo caso è uno STIMOLO di breve durata ed intensità che non determina danni cellulari ed anzi  accelera il metabolismo del FEGATO e il catabolismo degli ESTROGENI (vedi dopo). E’ quindi una sorta di eustress o di stimolo ormetico.

 Inoltre, con le associazioni alimentari giuste nel medesimo pasto, lo stress del fritto sarà bilanciato dagli altri alimenti e non determinerà alcun carico digestivo o metabolico.

 3) Il fatto di accelerare il CATABOLISMO DEGLI ESTROGENI (ovvero la loro degradazione) è importante perché fra le cause principali di ADIPOSITÀ LOCALIZZATA e CELLULITE vi è proprio un eccesso locale di estrogeni. I risultati sono fantastici…

 Il fritto per essere “sano” deve avere alcune caratteristiche:

 - Deve essere preparato con olio extravergine di oliva di buona qualità.

 - Non deve superare il punto di fumo (di solito non oltre i 160/180°). Se l’ olio fuma ed emette un odore acro bisogna buttarlo via.

 - Bisogno utilizzare l’ olio per friggere una volta sola.

 - Bisogna evitare che con la cottura gli alimenti si “colorino” troppo.

 - Bisogna immergere tutto l’ alimento nell’ olio (non parzialmente). Friggendo il grasso è all’ esterno ma all’ interno la brusca disidratazione che si verifica per via della elevata temperatura, non lo fa passare.

 - Infine bisogna asciugare l’ alimento, dopo la frittura, con carta paglia.

 - E’ necessario associare l’ alimento fritto nello stesso pasto con gli alimenti giusti: una verdura cruda e un frutto, per esempio.

 Con che frequenza si può mangiare il fritto ?

 In questo caso la risposta è: DIPENDE… Dalle condizioni dell’ individuo, dall’ età, dalle patologie concomitanti o da quelle su cui si vuole agire (es. steatosi, ovaio micropolicistico, cellulite).

 In generale, uno stimolo di questo genere in una persona sana può essere fornito da 1 a 2 volte alla settimana senza alcun problema e con i vantaggi sopra descritti.

 Allora… Non sentirti in colpa se qualche volta vuoi mangiare:

 2 patate fritte, insalata verde mista, 1 mela

 Il tuo fegato ti ringrazierà!

LE FRAGOLE...


Le fragole sono un frutto dotato di straordinarie proprietà funzionali!


 Scopriamole insieme...
 Contengono pochi zuccheri (possono essere utilizzate nel diabetico e quando si vogliono controllare o ridurre i livelli di insulina) e un buona buona quantità di iodio (favorisce la sintesi degli ormoni tiroidei) e pertanto sono indicate nella dieta dimagrante e in menopausa.

 Per il contenuto di vitamina C e calcio hanno una azione di inibizione della aggregazione piastrinica: in altri termini rendono fluido il sangue.
 Possiedono, inoltre, una blanda azione antiinfiammatoria.

 Nella quantità di 125/150 grammi, consumate con limone fresco spremuto, sono un ottimo frutto di stagione.

 Le controindicazioni principali riguardano le allergie (sia verso le fragole che le allergie in generale) e le gastriti.

IL FERRO è essenziale per l’ organismo ma…


Affinchè l’ organismo lo possa utilizzare al meglio deve essere introdotto con gli alimenti nel modo giusto.

Mi spiego meglio: conta poco sapere quali alimenti sono ricchi o poveri di ferro…

Come ormai saprai, non è sufficiente che un nutriente sia presente in un alimento, ma necessario che venga assorbito nella forma in cui è più “biodisponibile”, ovvero nella forma che l’organismo utilizza meglio.

Giusto per fare un esempio, una delle associazioni alimentari migliori per favorire l’assorbimento del ferro è:

Filetto di vitello, radicchio ai ferri e un’arancia.

Il filetto e il radicchio contengono il FERRO, rispettivamente di origine animale (emoglobinico) e vegetale (non emoglobinico), più biodisponibile ma

NON SOLO! Dal momento che il ferro proviene da 2 fonti diverse, vengono assorbiti dall’ organismo con velocità diverse (prima quello vegetale e poi quello animale), con un effetto finale ottimale.

Tra l’ altro la cisteina contenuta nella carne favorisce l’ assorbimento del ferro non eme presente nella verdura.

NON SOLO! Una spruzzata di limone sul filetto e una gustosa arancia di Sicilia a fine pasto favoriscono l’assorbimento del ferro (sia emoglobinico che non emoglobinico) grazie al contenuto di acido ascorbico (vitamina C) e acido citrico.

Un'associazione di questo genere è, per esempio, indicata a comporre un pasto nel periodo della mestruazione della donna in età fertile.


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Ricordo come il FERRO sia necessario, oltre che per la sintesi di emoglobina (la cui carenza provoca anemia sideropenica), anche per la sintesi degli ormoni tiroidei.

Molti ritengono che per la tiroide l’ elemento di riferimento sia lo iodio. Fuochino !!!

Se è vero che la tiroide è l’ unica ghiandola in grado di utilizzare lo iodio, per la sintesi degli ormoni tiroidei (T3 e T4) servono anche altri minerali, oligoelementi e vitamine.

Se si volesse fare una graduatoria sulla loro importanza, il ferro sarebbe al secondo posto dopo lo iodio.

Non a caso, i pazienti che soffrono di Tiroidite di Hashimoto sviluppano AUTO-ANTICORPI contro un enzima che si chiama Tireo-perossidasi (anti-TPO), che è una molecola che permette l’ utilizzo del FERRO da parte della tiroide per la costruzione degli ormoni tiroidei.

Per questo motivo vengono prodotti meno ormoni tiroidei e i pazienti possono presentare i sintomi dell’ IPOTIROIDISMO.

Digiuno SI, digiuno NO...?

 
 Fino a poco tempo fa medici e nutrizionisti avrebbero risposto in coro:”Noooooo !!!.
 Ora le cose sono cambiate e studi scientifici di elevatissimo profilo condotti da Mark Mattson, Valter Longo e Luigi Fontana (senza dimenticare Umberto Veronesi) hanno dimostrato che il digiuno intermittente (o intermittent fasting) può avere un senso,
 non tanto per dimagrire quanto per essere in forma ed avere un invecchiamento di successo.
 Un digiuno intermittente “furbo” ci consente di fare una pulizia delle cellule e delle macromolecole del nostro organismo danneggiate tramite l’ AUTOFAGIA,
 riciclando quanto è possibile ed eliminando il resto.
 Inoltre, aiuta anche a risincronizzare i nostri ritmi biologici ed ormonali.
 E’ come fare il reset del computer.
 In soldoni, il vantaggio nell’ applicarlo deriva dal fatto che ci si ammala di meno, si vive di più e, paradossalmente, si ha più energia.
 E’ il meccanismo più fisiologico che esiste e funziona negli animali da esperimento ma anche nell’ uomo.
 Esistono diversi modi di effettuare l’ intermittent fasting e su questo c’è lavorare e studiare ancora.
 Uno dei modi più semplici è quello di fare 16 ore di digiuno, generalmente saltando la colazione oppure anticipando l’ ora della cena.
 Questa modalità va bene per tutti ?
 Anche NO… Il medico deve valutare fattori di rischio e la costituzione della persona nonché, possibilmente, il suo assetto metabolico.


  

Ti interessa una dieta che usa i grassi per farti dimagrire?

Allora leggi la mia intervista e inizia ad applicare la mia dieta che è stata pubblicata su pubblicata su SILHOUETTE DONNA aprile 2017, che puoi trovare in edicola.

 Il titolo è “La Dieta Low Sugar”. La traduzione vera: ”La rivincita dei grassi”

 Non a caso il nutrizionista che ora spopola negli USA, il Dr. Mark Hyman: scrive:” You Should Eat Fat to Get Thin”. Bisognerebbe mangiare grassi per dimagrire.

 Sembra paradossale, “strano” oppure una trovata per attirare l’ attenzione. In ci sono basi scientifiche solide che sostengono questa affermazione.

 I grassi servono perché:

 1) Servono a bilanciare l’ insulina

 2) Danno sazietà per un periodo di tempo lungo

 3) Riducono la continua rincorsa ai dolci e agli snack, interrompendo il circolo vizioso dei carboidrati

 4) Riducono l’ infiammazione

 5) Danno gusto al cibo

 Ricordiamoci che il cervello è fatto per la maggior parte di grassi. Una ragione ci sarà.

 

  

Il minestrone, amico e nemico della bilancia ?

 
 
L’ idea comune è che il minestrone sia una piatto salutare e persino che possa far dimagrire.
 Non a caso è stata anche ”inventata” la dieta del minestrone.
 A questo proposto è meglio chiarire come il minestrone possa essere un piatto salutare
 ma non certo indicato in caso di ritenzione idrica od obesità, che possono addirittura peggiorare.
 I sali presenti nelle tutte le sue verdure, infatti, possono liberarsi e favorire la ritenzione idrica, cellulite ed ipertensione arteriosa.
 Curiosamente la medicina ufficiale ha effettuato una notevole campagna contro il cloruro di sodio, contenuto nel sale da cucina o in alcuni alimenti,
 mentre ha totalmente trascurato questo aspetto, più significativo perché il sale non è solo uno ma è la somma di tutti quelli presenti nelle varie verdure.
 Da un altro punto di vista, il minestrone può essere utile qualora, per qualsiasi motivo, si siano persi dei sali,
 per esempio con la sudorazione dello sportivo, diarrea o malattie debilitanti.
 E’ questo un piatto tipico della cucina del nord Italia, ma è nato quando la maggior parte della popolazione faceva un lavoro manuale che implicava una perdita di Sali.
 Se proprio non se ne può fare a meno meglio associarlo con altri alimenti ad azione antidiuretica nello stesso pasto.