domenica 18 marzo 2018

Le fragole sono un vero e proprio “Superfood”

Le fragole sono un vero e proprio “Superfood”. Scopri perché …

 Ne ho parlato al Congresso di Montecarlo. Le fragole sono in grado di attivare una via del metabolismo che è essenziale per la regolazione ottimale della funzione cellulare, che si chiama AMPK, che è correlata al digiuno e ad un invecchiamento favorevole.

 Non solo. Le fragole sono anche in grado di ridurre la produzione di citochine (una sorta di messaggeri cellulari) pro infiammatorie e ridurre lo stress ossidativo grazie al loro contenuto di polifenoli.(Crit Rev Food Sci Nutr. 2016 Jul 29;56 Suppl 1:The Healthy Effects of Strawberry Polyphenols: Which Strategy behind Antioxidant Capacity? Forbes-Hernandez TY et al.)

 Inoltre, sono in grado di attivare il metabolismo per il loro contenuto in iodio e vitamina C e sono fra i frutti che a più basso indice glicemico, che si possono quindi consumare anche di sera senza il timore che aumenti troppo la glicemia.

 Ora capisci perché sono spesso presenti nelle mie diete, con un po’ di limone per migliorare la digeribilità e ovviamente, senza zucchero.

 E, inoltre, sono buone…

La più grande bufala od… hoax (come si dice ora) Ascolta questa: ”La pasta alla sera fa ingrassare...” Ovvio! La parola OVVIO sarebbe da eliminare dal vocabolario!


Che cosa è ovvio?

Che la proteine alla sera favorirebbero la sintesi proteica accompagnando il ritmo dell’ ormone della crescita (il GH) e limiterebbero il picco di insulina post-prandiali notturno, che sarebbe invece stimolato dalla pasta (ovviamente).

E.R.R.O.R.E.

Il fatto che la maggior parte delle persone, anche e soprattutto quelle in sovrappeso e obese, seguano questa “regola” senza successo dovrebbe diper sé fa pensare.

Chi viene in studio spesso mi dice: “mangio un primo con un contorno a pranzo e un secondo piatto (carne, pesce, etc) alla sera”, afferma con un tono soddisfatto e che cerca approvazione... niente di più ovvio!

L’aspetto diabolico della faccenda è sono convinti di prendersi cura della propria salute a tavola e di adottare, in qualche modo un comportamento salutista.
Il fatto è che, come spesso accade, le cose non sono così semplici nel nostro organismo, che è una macchina molto complessa e soprattutto non sono uguali per tutti e in tutte le fasi della vita.

Seguimi, anche se so che ti può costare fatica (uscire dalla propria confort zone costa sempre fatica)

Tutto può essere anche visto da una prospettiva diversa.

Un piatto di pasta alla sera (di 50/70 gr per la donna e di 70/100 gr nell’ uomo) può presentare una serie di vantaggi…


1) Migliora il sonno e riduce l’ ansia perché la pasta contiene un aminoacido che si chiama triptofano, che è un precursore sia della serotonina (la molecola del buon umore) che, successivamente, della melatonina, che possiede noti effetti sedativi e ipnoinducenti.

Può essere condita con un sugo semplice, come del pomodoro cotto velocemente in padella con aglio e olio o con delle vongole veraci, accompagnato da una verdura ripassata in padella: questa può essere associata ad una verdura cruda oppure ad un frutto a basso indice glicemico (es. frutti di bosco, fragole, etc.), per mantenere basso il carico glicemico del pasto.

E’ VERO che è importante tenere sotto controllo il livello di insulina notturno ma in questo caso lo si fa al meglio perché se è vero che la pasta è chimicamente un “carboidrato” è anche vero che è un carboidrato “ complesso”, con un assorbimento più lento dei carboidrati semplici (es. pane, dolci, frutta, etc.) e può essere ulteriormente rallentato con il condimento giusto.
Questo rallentamento favorisce la stabilizzazione dell’ insulina notturna.

La parola chiave è quindi: “ S.T.A.B.I.L.I.Z.Z.A.R.E”  l’ insulina, soprattutto notturna, che non deve essere né alta né bassa.

E l’efficacia di questo metodo lo sanno bene i pazienti affetti da diabete di tipo I (insulino-dipendente) e di ipo II (non insulino-dipendente) che misurano i livelli di glicemia della mattina (oltre all’ emoglobina glicata e all’insulina).
Per fare questo la pasta deve essere associata ad un “doppio contorno” (1 verdura cruda e 1 verdura cotta) o ad un frutto a basso indice glicemico (es. frutti di bosco o fragole). Questo dipende da caso a caso.

DA EVITARE INVECE DOLCI, PANE, FRUTTI AD ELEVATO INDICE GLICEMICO

2) Favorisce la digestione e migliora l’ eventuale reflusso gastrico.
Per l’organismo è più complicato metabolizzare una bistecca di carne che non un piatto di past!
Tra l’altro il fegato è impegnato nella detossificazione notturna così come durante la notte vi è l’avvicendamento fra la prevalenza di ormoni anabolici e catabolici…
Un lavoro immane che ogni notte avviene e che viene rallentato e ostacolato  da una alimentazione eccessivamente laboriosa.

3) Inoltre vogliamo parlare della gratificazione e del senso di sazietà di un buon piatto di pasta cucinato secondo la tradizione italiana?

4) NON FA INGRASSARE.

Ecco perché mangiare SENZA GLUTINE può NON FARE BENE

In nutrizione le bufale e le banalizzazioni sono all’ordine del giorno.

 Aimè... anche quella dei cereali senza glutine è diventata una “moda” e rientra in queste categorie.
 Ormai sono numerose le persone che hanno introdotto nella loro alimentazione quinoa, amaranto, grano saraceno, miglio, etc., spinti dai guru dell’alimentazione.
 Nei supermercati vi sono aree intere dedicate ai prodotti gluten free.
 Benissimo!!!
 MA SIA CHIARO: non basta mangiare senza glutine per fare una dieta “sana” e salutistica che ti consenta di stare bene e di essere sempre in forma.
 Mi spiego meglio…  Seguimi…

 Il glutine è un complesso di proteine presenti in alcuni cereali come frumento, farro, kamut, orzo, segale etc. 
 Il glutine può scatenare una temibile infiammazione dell’intestino in persone affette da celiachia su base genetica (che non possono mangiare alimenti che contengono glutine).
 Il progressivo peggioramento della qualità del frumento, e l’ “abuso” di cereali, da parte molte persone ha favorito poi il diffondersi della cosiddetta “gluten sensitivity” o intolleranza al glutine, in cui possono essere molti sintomi della celiachia, in assenza delle alterazioni anatomo-patologiche tipiche.

 E’ vero che...
 I prodotti SENZA GLUTINE:
 1.    Sono più digeribili (per l’assenza di queste proteine).
 2.    Sovraccaricano meno i reni (il glutine è una proteina che comporta un lavoro extra da parte dei reni).
 3.    Possono svolgere una azione positiva sul sistema immune di persone affette da malattie autoimmunitarie.

 Lo sai perché? Ti svelo una chicca: chimicamente il glutine “somiglia” molto alle cellule della tiroide. Persone che producono auto-anticorpi contro la tiroide, come avviene nella tiroidite di Hasmimoto, ingerendo glutine producono ancora più anticorpi perché l’organismo riconosce il glutine come nemico (confondendolo con le cellule tiroidee) e quindi produce più anticorpi.
 Infatti con una dieta gluten free la quota di anticorpi si riduce e spesso i pazienti stanno meglio. - Quindi in caso di malattia autoimmunitaria hanno un senso.

 PERO’…
 Il fatto che questi alimenti siano assorbiti più rapidamente, per il fatto di essere senza le proteine del glutine COMPORTA CHE ABBIANO UN INDICE GLICEMICO E INSULINEMICO MAGGIORE.

 Tradotto: aumentano più velocemente la glicemia e l’insulina e quindi sono meno indicati in caso di:
 1.    Insulino resistenza.
 2.    Diabete.
 3.    Sindrome metabolica.
 4.    Aumento del grasso viscerale e della circonferenza vita.

 Il TAKE HOME MESSAGE è quindi:
 Non esistono cibi buoni o cattivi di per sé. Tutto dipende dalla costituzione e dalle caratteristiche della persona, nonché dalla sua storia clinica.

 Quello che può essere indicato per qualcuno può essere indifferente o dannoso per un altro.

 E’ un’ottima soluzione per tutti quella di variare o, come si dice, di ruotare i cereali, introducendo anche quelli senza glutine e i grani antichi.
 •    I cereali senza glutine sono indicati in cado di malattia autoimmunitaria, in particolare in caso di Tiroidite di Hashimoto.
 •    Sono indicati per evitare o limitare il sovraccarico della funzione renale e surrenalica.
 •    Sono meno indicati in persone con squilibri dell’insulina.

 Per altro esistono forme miste (es. tiroidite di Hashimoto + insulino resistenza), in cui il medico saprà indicarti come procedere.

 Alla prossima!

La cucina giapponese fa bene?


La cucina giapponese è entrata nelle abitudini alimentari di molti di noi.
 Inutile negare: crea dipendenza.
 E’ accettabile in una dieta dimagrante o in un regime salutistico?
 Il pesce crudo di per sé è una ottima fonte di acidi grassi omega3 non modificati dalla cottura ed è ricco di iodio,
 che serve per il benessere e la funzionalità della tiroide e per stimolare, quindi, il metabolismo. 
 Se si vuole tenere sotto controllo il peso e il carico glicemico del pasto bisogna non farsi ingannare dal riso contenuto nel sushi.
 E’ riso lessato, condito con aceto di mele e zucchero, oltre che con il pesce.
 Ogni singolo “pezzo” di Nigiri o Maki apporta circa 30-40 kCal.
 Quindi con 10-12 pezzi si superano le 400/450 kcal, come per un piatto di pasta o una pizza.
 Io consiglio di non superare 6/8 pezzi di Sushi e di associarlo a al Sashimi (solo pesce crudo) o a una tartare di pesce, per limitare gli effetti  del riso.
 Non bisogna poi esagerare con la salsa di soia, ricca di sale, che può peggiorare la ritenzione idrica.
 Infine, non bisogna poi eccedere col consumo di pesci grandi e longevi come il tonno o il salmone che, sebbene siano ottimi dal punto di vista nutrizionale,
 possono contenere notevoli quantità di metalli pesanti come mercurio e piombo.
  

Se vuoi SCIOGLIERE il grasso allora mangia il FRITTO…

Scopri perché.

 Forse pensi di seguire una dieta salutistica perché mangi senza grassi e magari non assaggi un alimento fritto da anni…

 Si però il grasso aumenta, a livello centrale (pancia) o periferico (gambe/cosce, etc), tu non ti senti completamente in forma e piena di energia.

 Allora quale sarebbe la modalità di cottura migliore?

 Risposta: TUTTE

 Lo stesso alimento se utilizzato crudo, soffritto, trifolato, fritto, in pastella, alla griglia, alla piastra, lesso, bollito, stufato, al forno, al vapore etc. esercita, quando incontra il nostro organismo, effetti diversi.

 Perché ?

 Le differenti modalità di cottura hanno effetti diversi sulle FUNZIONI ORGANICHE e GLI ORMONI del nostro organismo e noi potremmo utilizzarle tutte sapientemente così come si fa con le note di uno spartito principale.

 L' importante è mantenere l’ ARMONIA ovvero l’ equilibrio complessivo nella sequenza dei pasti.

 Mi spiego meglio, seguimi..

 Ora mi focalizzerò solo sul fritto perché parlare di tutte le modalità di cottura sarebbe dispersivo… Lo farò nei prossimi post.

 Il fritto, se ben fatto, possiede una serie di azioni funzionali che, possono essere utili per la riduzione del grasso viscerale, di quello periferico o per dare uno stimolo al metabolismo.

 Capiamo PERCHÉ:

 1) Recenti studi scientifici hanno dimostrato come i cibi cotti nell’olio portano a una secrezione di insulina e di C-peptide più bassa da parte dell’organismo, riducendo l’ accumulo di grasso corporeo viscerale. I cibi fritti o ripassati tendono a trasformare la natura degli zuccheri contenuti negli alimenti, rendendoli meno assorbibili da parte del nostro organismo e contribuendo alla riduzione del grasso addominale.

 2) Il fritto e le sue modalità intermedie (es. soffritto, trifolato…) produce uno stimolo alla funzione della cellula epatica, o per meglio dire, del polo biliare dell’ epatocita (cellula del fegato), determinando la liberazione di bile nell’intestino.

 E’ uno stimolo tossico e stressogeno per la cellula ? RISPOSTA Si… MA

 Ricordiamo la differenza fra Eustress (stress positivo per la cellula) e Distress (stress negativo per la cellula).

 In questo caso è uno STIMOLO di breve durata ed intensità che non determina danni cellulari ed anzi  accelera il metabolismo del FEGATO e il catabolismo degli ESTROGENI (vedi dopo). E’ quindi una sorta di eustress o di stimolo ormetico.

 Inoltre, con le associazioni alimentari giuste nel medesimo pasto, lo stress del fritto sarà bilanciato dagli altri alimenti e non determinerà alcun carico digestivo o metabolico.

 3) Il fatto di accelerare il CATABOLISMO DEGLI ESTROGENI (ovvero la loro degradazione) è importante perché fra le cause principali di ADIPOSITÀ LOCALIZZATA e CELLULITE vi è proprio un eccesso locale di estrogeni. I risultati sono fantastici…

 Il fritto per essere “sano” deve avere alcune caratteristiche:

 - Deve essere preparato con olio extravergine di oliva di buona qualità.

 - Non deve superare il punto di fumo (di solito non oltre i 160/180°). Se l’ olio fuma ed emette un odore acro bisogna buttarlo via.

 - Bisogno utilizzare l’ olio per friggere una volta sola.

 - Bisogna evitare che con la cottura gli alimenti si “colorino” troppo.

 - Bisogna immergere tutto l’ alimento nell’ olio (non parzialmente). Friggendo il grasso è all’ esterno ma all’ interno la brusca disidratazione che si verifica per via della elevata temperatura, non lo fa passare.

 - Infine bisogna asciugare l’ alimento, dopo la frittura, con carta paglia.

 - E’ necessario associare l’ alimento fritto nello stesso pasto con gli alimenti giusti: una verdura cruda e un frutto, per esempio.

 Con che frequenza si può mangiare il fritto ?

 In questo caso la risposta è: DIPENDE… Dalle condizioni dell’ individuo, dall’ età, dalle patologie concomitanti o da quelle su cui si vuole agire (es. steatosi, ovaio micropolicistico, cellulite).

 In generale, uno stimolo di questo genere in una persona sana può essere fornito da 1 a 2 volte alla settimana senza alcun problema e con i vantaggi sopra descritti.

 Allora… Non sentirti in colpa se qualche volta vuoi mangiare:

 2 patate fritte, insalata verde mista, 1 mela

 Il tuo fegato ti ringrazierà!

sabato 17 marzo 2018

Il Burro fa bene …

Anche Time ha dedicato una delle sue famose copertine a questo “tema”.

 Lo sanno bene i miei pazienti, alcuni dei quali, fra le colazioni proposte, hanno anche “pane, burro e marmellata”.
 Il burro è ricco di vitamine, di cui spesso si è carenti (basti pensare alla vitamina D e alla vitamina A, acidi grassi insaturi, oltre a quelli saturi e acido butirrico, le cui funzioni antiinfiammatorie e di modulazione del DNA sono sempre più valutate.

 Inoltre, associato alla marmellata e al pane, rallenta il picco di insulina post-prandiale, contribuendo a stabilizzarla e a dare sazietà per tutta la mattina.
  

giovedì 15 marzo 2018

E’ necessario privarsi della pasta alla sera per stare bene ed essere… magri ?


Non è detto. Anche questa è una di quelle superate convinzioni che devono essere sfatate.

Una porzione di pasta si può mangiare a cena, anche con un condimento sfizioso, ma ci sono dei trucchi per non pentirsene:


1) Associarla ad una “doppia verdura”, una cruda e una cotta, le cui fibre rallentano l’ assorbimento dei glucidi della pasta.
2) Non consumare nello stesso pasto pane, frutta o dessert.
3) Consumarla al dente.
4) “Occhio” alle quantità, che vanno adeguate al sesso della persona e all’ attività fisica svolta.

lunedì 5 marzo 2018

Il Cavolfiore: un prezioso “fiore” stagionale


 Il cavolfiore è un vegetale tipicamente invernale appartenente alla famiglia delle crucifere (o brassicacee), conosciuta per le sua capacità antiossidante e antitumorale.

[Evaluation of the antioxidant potential of cauliflower (Brassica oleracea) from a glucosinolate content perspective  Food Chemistry, Volume 132, Issue 2, 15 May 2012, Pages 1003-1009].

Ma in realtà le potenziali azioni funzionali del cavolfiore sono ben maggiori e la sua presenza sulla nostra tavola al momento giusto può essere un strumento rilevante per la ricerca del benessere attraverso la nutrizione.
Il cavolfiore è costituito per circa il  90 % di acqua, contiene elevate quantità di fosforo, potassio e rame nonché notevoli percentuali di Vitamina B1 e acido pantotenico,  presentando un basso contenuto in grassi, colesterolo e zuccheri.

 Contiene aminoacidi essenziali  come la valina, la metionina, la treonina e il triptofano, che insieme al contenuto di bromuri ne giustifica gli effetti sedativi. Per il suo elevato contenuto in Vitamina C è indicato quando si vogliono stimolare le capacità coagulanti dell’organismo così come nelle malattie da raffreddamento e nelle sindromi influenzali. [“Il potere farmacologico degli Alimenti, D.Arcari Morini, F. Aufiero, A. D’Eugenio”]

La ridotta percentuale di sodio la indicherà nei soggetti ipertesi e nefropatici ma anche nei soggetti che soffrono di mal di testa, in cui dovrà essere utilizzato lesso per poter esplicare efficacemente un’azione diuretica; e in dieta dimagrante potrà essere utilizzato per lo stesso motivo, bollito o crudo. Viene anche impiegato in soggetti con difficoltà digestive per la presenza di principi attivi cicatrizzanti ed antiinfiammatori.

Il discreto contenuto in calcio la renderà un vegetale prezioso n menopausa.
Può efficacemente essere utilizzata anche i soggetti con intolleranza ai glicidi per la ridotta quantità di zuccheri cha la contraddistingue e il ridotto indice glicemico (15) e carico glicemico.

Del resto un “blocco” di carboidrati derivati dal cavolfiore nella dieta a zona corrisponde a 330 grammi di alimento (quindi a una “porzione abbondante”). Può essere associato in un pasto ad una insalata mista quando si voglia sfruttare l’azione di un “doppio contorno”, in assenza di frutta o carboidrati semplici, per stabilizzare la glicemia e ridurre il senso di fame.

Ma una delle caratteristiche più tipiche del cavolfiore è la ricchezza di IODIO che stimolerà il metabolismo e che non si modifica molto se l’ alimento viene consumato crudo oppure bollito o ripassato. Ma quello che è più peculiare di questa brassicacea è la presenza contemporanea del BROMO (che ha proprietà sedative), per cui potrà essere utilizzato anche di sera senza disturbare il sonno, magari associato a un porzione di pasta (pasta al cavolfiore) qualora si volesse  sfruttare  questo effetto in soggetti insonni.

È pur vero che alcune persone mostrano una “intolleranza” verso il cavolfiore, soprattutto se consumato lesso con sviluppo di gonfiore addominale e difficoltà digestive. Ciò è probabilmente dovuto alla presenza di alcune componenti volatili e della quantità piuttosto elevata di fibre e cellulosa, la cui destrutturazione rappresenterà un problema in soggettivi con deficit di alcuni enzimi deputati a questa funzione.

Nel cavolfiore crudo sarà maggiormente presente la componente di stimolo metabolico del vegetale che lo indicherà nelle diete dimagranti, in caso di ipotiroidismo, oltre che per stimolare la vigilanza.

Nel cavolfiore lesso prevarrà l’azione diuretica per lo stimolo tiroideo (che accelera tutti gli organi fra cui il rene), a cui si aggiunge l’effetto del bromuro che agevolerà il rilassamento della muscolatura liscia e quindi la diuresi.
L’azione sedativa sarà amplificata nel cavolfiore ripassato (utilizzando scrupolosamente olio extravergine d’ oliva di buona qualità) in cui le note azione antidepressive dell’aglio si assoceranno a quelle sedative del cavolfiore. Per ragioni diverse (la quota di carboidrati e la presenza del triptofano della farina) preparando il cavolfiore in pastella  può essere sfruttata l’ azione sedativa del cavolfiore anche le pasto serale nelle persone insonni. Inoltre, con questa modalità di preparazione potrà essere appetibile anche a bambini ed anziani così come il cavolfiore fritto dorato, da utilizzare per esaltare con questa modalità di cottura l’azione di stimolo sulla funzione epato-biliare del vegetale. [F. Aufiero – M. Pentassuglia: Il ruolo nutrizionale e terapeutico degli alimenti, 2010].

Consumere quindi sistematicamente cavolfiori ci garantisce tutti questi benefici effetti ? Naturalmente non è così semplice per varie ragioni.
In linea generale è buona regola variare sempre l’ alimentazione dal momento che il nostro organismo ci richiede qualche giorno (si stimano 3-4 giorni) per metabolizzare completamente  un alimento e detossificarsi.

In particolare, un eccesso di consumo di cavolfiore (così come per le altre crucifere), è una nota condizione gozzigena  potendo stimolare abnormemente la produzione di TSH, inattivare l’ assorbimento dello iodio, nonché addirittura stimolare lo sviluppo della neoplasia tiroidea in casi estremi ma riportati in letteratura. [Cancer Causes Control. 2010 Aug;21(8):1183-92. Epub 2010 Apr 2.Role of dietary iodine and cruciferous vegetables in thyroid cancer: a countrywide case-control study in New Caledonia.Truong T, Baron-Dubourdieu D, Rougier Y, Guénel P].

Tutto ciò ci mostra come il beneficio funzionale di un alimento possa essere notevole quando introdotto in una alimentazione che tenga conto del potere nutrizionale di ciascun alimento ma anche della associazione degli alimenti fra loro, delle modalità di cottura e delle sequenze dei pasti. E anche per quanto riguarda la potenziale azione antiossidante è essenziale valutare l’interazione fra tutti gli alimenti costituenti il pasto. [Food-food interactions: Alteration of antioxidant capacity and their potential health impact by Wang, Sunan, Ph.D., UNIVERSITY OF GUELPH , 2011, 226 pages; NR79825].


L’ alimento, da questo punto di vista, è quindi prezioso come un variegato messaggero di informazioni che coinvolgono ormoni (leptina, insulina, TSH) e neurotrasmettitori (serotonina, sistema orto e para-simpatico) ma anche “sostanza” per la sua ricchezza in nutrienti (in questo caso  iodio, bromo, calcio, fibre, vitamina C e del gruppo B, etc.) preziosi per la funzionalità di molti organi e apparati, per cui sarebbe riduttivo ricondurlo semplicemente a quello di “molecola segnale”. Detto questo, non facciamo mancare questo prezioso fiore dalla nostra tavola.

IL SOLE...



 E’ inutile negare che alla maggior parte di noi piace esporsi al sole ed esporre la tintarella.
 Tuttavia, il photo-aging è un fattore eziologico/causale importante dell’ invecchiamento della pelle o skin aging.

 Per rafforzare la barriera antiossidante della pelle e proteggere il collagene può essere utile sfruttare nei mesi estivi le proprietà del Pino Marittimo Francese.
 Insieme al buon senso e a una protezione locale di buona qualità è un protezione dall’ interno che funziona.
  

Il selenio...


Un articolo pubblicato sul’ European Journal of Clinical Nutrition* ha evidenziato come ridotti livelli di Selenio siano associati ad un aumento della mortalità.
 Sono stati studiati per 4 anni 449 anziani, uomini e donne, del sud est della Svezia.
 E’ stato osservato come in presenza di livelli bassi di selenio la mortalità per tutte le cause era aumentata del 43 % e la mortalità per cause cardiovascolari del 56 %.
 Dell’ importanza del selenio sul cuore ne parlerò anche estesamente  nel libro (Integrative Cardiology), che verrà pubblicato a breve e al quale ho contribuito nella stesura di alcuni capitoli.
 Come noto, il Selenio è anche fondamentale per funzionalità della tiroide.

 Ne parleremo diffusamente in un post dedicato!

 
  *European Journal of Clinical Nutrition (2016) 70, 91–96; doi:10.1038/ejcn.2015.92; published online 24 June 2015 Relatively high mortality risk in elderly Swedish subjects with low selenium status. U. Alehagen and coll.
  

Prosciutto e Melone è un pasto sano?


Prosciutto e melone è un ottimo esempio di associazione alimentare funzionale della nostra tradizione.
 Il melone possiede una funzione diuretica, per il suo contenuto di acqua di vegetazione e di stimolo della funzionalità tiroidea, per il contenuto di iodio.
 L’ associazione con le proteine del prosciutto crudo bilancerà il pasto dal punto di vista nutrizionale e migliorerà la sua digeribilità, per il contenuto di sale del prosciutto. Quello di aggiungere un po’ di sale al melone può essere infatti un “trucco” per migliorare la sua digeribilità in coloro i quali avessero qualche problema in questo senso. Mangiato in media nella quantità di ¼ per persona, può essere un ottimo piatto freddo estivo, anche per la pausa pranzo.
 In caso di diabete o insulino-resistenza meglio non mangiarlo alla sera per il contenuto di zuccheri.

  

La pesca bianca...


La pesca è un meraviglioso frutto estivo dalle straordinarie proprietà funzionali.
 La utilizzo spesso nei miei programmi nutrizionali.
 In particolare la pesca bianca è un ottimo drenante del fegato e dei reni e, per il contenuto iodio, in grado di stimolare la funzionalità della tiroide.
 Ricca di acqua di vegetazione, è in grado di sostenere la funzionalità del fegato e di dissetare nelle giornate più calde.
 Ottima soluzione quindi, quando si vuole drenare e migliorare la detossificazione del fegato e in dieta dimagrante.
 Controindicata negli individui allergici. 
 La varietà con buccia rossa è pure un’ ottima soluzione nutrizionale.
 E’ più ricca di vitamina A e carotenoidi, utili per la pelle in questo periodo dell’anno in cui ci si espone al sole.
 Tuttavia, per questo, è un po’ più difficile da metabolizzare a livello del fegato.

  

Frutti esotici: una moda o una ricchezza? PARLIAMO DELLA PAPAYA...


La papaya è un frutto ricco di benefiche proprietà per il nostro organismo.
 Grazie al suo contenuto di papaina facilita la digestione in caso di gastrite e reflusso gastro-esofageo.
 Con queste indicazioni deve essere consumata nella quantità di mezza a persona.

 La papaya esercita un significativo effetto ormonale estrogeno-simile ed è quindi utile in caso di menopausa o in condizioni di carenza di estrogeni.
 Gli enzimi in essa contenuti favoriscono un’ azione anti-infiammatoria generale.

 La papaya viene anche utilizzata per stimolare il sistema immunitario. Funziona? E la papaya fermentata è la stessa cosa?
 Lo scopriremo a breve nel prossimo articolo!

 Per ora, se volete,  date un’ occhiata a questo articolo scientifico pubblicato nel 2012 per avere qualche spunto, clicca qui!

 Le controindicazioni della papaya riguardano il diabete (è piuttosto “ricca di zuccheri”) e le condizioni di eccesso di estrogeni

  

Dopo gli omega 3 e gli omega 6, ecco gli omega 7 E’ uno scherzo...?

Gli acidi grassi sono stati considerati al lungo dalla vecchia scuola di dietologia come colpevoli indiscussi dell’ obesità e delle malattie metaboliche.
 Da qualche anno sono stati rivalutati come componente essenziale di una dieta equilibrata:
 basti pensare agli acidi grassi polinsaturi omega 3 ed omega 6 e all’ acido monoinsaturo per eccellenza,
 l’acido oleico, presente nell’ olio extravergine di oliva.

 Gli scienziati della Harvard Medical School e la Cleveland Clinic hanno portato alla ribalta l’acido grasso omega 7
 (acido palmitoleico) per la sua azione sulla modulazione dell’ infiammazione,
 sulla regolazione della glicemia e della insulino-sensibilità e sui livelli di colesterolo e grassi nel sangue.
 Inoltre, sembra sembra determinare un aumento degli enzimi coinvolti nei meccanismi che portano a bruciare i grassi.
 Per questo si ritiene che funzioni come una LIPOCHINA, ovvero una molecola che agisce a distanza,
 come fanno gli ormoni, al fine di garantire l’ utilizzo ottimale dell’ energia e il suo stoccaggio.
 E’ una nuova frontiera per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e il controllo del peso e quindi a buon titolo può essere definita una molecola Anti-Aging.
 Ne sentiremo parlare molto in futuro.

 

 Bernstein AM, Roizen MF, Martinez L. Purified palmitoleic acid for the reduction of high-sensitivity C-reactive protein and serum lipids:
 a double-blinded, randomized, placebo controlled study. J Clin Lipidol. 2014;8(6):612-7.

  
 Bolsoni-Lopes A, Festuccia WT, Farias TS, et al. Palmitoleic acid (n-7) increases white adipocyte lipolysis and lipase content
 in a PPARalpha-dependent manner. Am J Physiol Endocrinol Metab. 2013;305(9):E1093-102

  

Come fare per digerire meglio il melone?

Il melone è una e vera e propria ricchezza, che rientra nella nostra tradizione culinaria, soprattutto in estate.
 
 Le sue proprietà salutistiche sono numerose:
 
 1)  E’ ricco di acqua di vegetazione (circa il 90%) e possiede proprietà diuretiche
 
 2)  Contiene iodio, utile per la funzionalità della tiroide
 
 3)  Contiene Adenosina, utile per fluidificare il sangue
 
 Sfortunatamente molte persone avvertono difficoltà nella digestione del anche se il sapore del melone di per sé sarebbe gradevole.
 
 Ecco la soluzione: aggiungere poco SALE al melone ed il gioco è fatto.
 
 Non è un caso che un piatto tipico estivo sia proprio composto da PROSCIUTTO CRUDO (che di per sé contiene cloruro di sodio) e MELONE.
 
 E’ questo un ottimo piatto freddo da consumare in estate, nella quantità di circa ¼ di melone a persona.

Spingi l’acceleratore del metabolismo con il kiwi!

E’ proprio così. Tutti sono alla ricerca di un qualunque rimedio in grado di accelerare il metabolismo e non sfruttano a dovere la proprietà di questo meraviglioso frutto.
 Ne viene al massimo ricordata la sua azione lassativa.
 
 In realtà il suo contenuto di vitamina C, ferro e potassio, la sua acidità e il fatto che abbia una ridotto contenuto di zuccheri
 fa si che sia un vero e proprio acceleratore del metabolismo e un tonico energetico.
 
 Possiede in effetti una azione lassativa per il suo contenuto di fibre e per lo stimolo alla funzione del fegato (attraversi la vitamina C e il potassio).
 Tuttavia non bisogna esagerare.
 Consumato tutti i giorni, anche in caso di stipsi ostinata, può diventare irritante l’ intestino.
 Meglio utilizzarlo al massimo 2 o 3 volte alla settimana, a colazione o a pranzo.

 A cena potrebbe determinare difficoltà digestive per la sua acidità oppure insonnia o ipereccitabilità per la sua azione stimolante il sistema nervoso.
 
 Controindicato in caso di malattie croniche dell’ intestino, diverticolosi o diarrea oltre che in caso di intolleranza specifica.

  

Ecco un segreto per bilanciare l'insulina e non avere fame!

Ormai sai che i grassi non vanno demonizzati. Non sono i cattivi!

I miei pazienti sanno che nella dieta inserisco anche le olive da tavola, per sfruttare gli effetti nutrizionali e funzionali che possiedono.

Vanno bene sia le olive verdi che quelle nere. Il contenuto nutrizionale è un po’ diverso ma entrambe agiscono sulla sazietà e il bilanciamento dell’insulina.

Sono ricche di acidi grassi insaturi vegetali, che possono ridurre l’ infiammazione, ma anche di vitamina (es. E,K..), polifenoli e minerali (come zolfo, potassio, magnesio, calcio,ferro e rame).

·        Possono essere un toccasana per la pelle.

·        Possono stimolare la digestione, in caso di ipoclodrie gastriche.

·        Possiedono una blanda azione lassativa, agendo non sull’ intestino, ma sulla secrezione dei sali biliari.

Possono essere inserite in tutti i pasti:

1)  a colazione, con 50 g di pane tostato e 100g di olive di ottima qualità ovvero di battuto di olive. Ti daranno sazietà fino a pranzo.

2)  nelle insalate miste

3)  come spezza-fame, nella misura di 5 olive.

Ricorda: i grassi provocano sazietà di per sé e contribuiscono a regolare il livello di insulina nel sangue (che condiziona il senso di sazietà).

Chi l’ha detto che bisogna rinunciare all’happy hour?

Sai bene come uno stile di vita sano poggia le sue basi su una alimentazione corretta e una attività fisica regolare.

 Ma uno “stile nutrizionale” che consenta di mantenere i risultati nel tempo deve essere anche gratificante!

 Non devi sviluppare inutili sensi di colpa quando fai un piccolo sgarro che, se inserito in una cornice complessiva “healthy”,
 non produce conseguenze negative o irrecuperabili.

 Su Silhouette donna di Febbraio 2017 una mia intervista sulla dieta 80/20 (80% sana e 20% con qualche trasgressione), s
 u ispirazione della dieta che oggi “spacca” negli USA, con testimonial di eccellenza come Cameron Diaz,  Miranda Kerr e Kate Bosworth.
 
 La particolarità della “mia” dieta 80/20 è che è comunque basata sui principi della nutrizione funzionale.

 
 Leggi qui l'articolo, buona lettura…

  

I funghi, un ottimo regalo dell'autunno...


 
Sono alimenti dalle straordinarie proprietà salutistiche.
 Oggi sono molto di “moda” funghi medicinali (Reishi,  Shiteke, Maitake, etc) usati come integratori per le cura di molte malattie.
 Ma anche i funghi che raccogliamo sui nostri prati o che troviamo al supermercato possono essere estremamente utili, possono esserlo quando si è in dieta dimagrante: sono un notevole stimolo al metabolismo (in particolare se trifolati) e hanno un basso indice glicemico e quindi vanno bene in caso di diabete o insulino resistenza. Stimolano veramente il sistema immunitario e aumentano la fluidità del sangue.
 Sono fra gli alimenti più indicati nel caso di stipsi ostinata.
 Non dimentichiamoci di loro.

  

venerdì 2 marzo 2018

Se vuoi SCIOGLIERE il grasso allora mangia il FRITTO…


Scopri perché.

 Forse pensi di seguire una dieta salutistica perché mangi senza grassi e magari non assaggi un alimento fritto da anni…

 Si però il grasso aumenta, a livello centrale (pancia) o periferico (gambe/cosce, etc), tu non ti senti completamente in forma e piena di energia.

 Allora quale sarebbe la modalità di cottura migliore?

 Risposta: TUTTE

 Lo stesso alimento se utilizzato crudo, soffritto, trifolato, fritto, in pastella, alla griglia, alla piastra, lesso, bollito, stufato, al forno, al vapore etc. esercita, quando incontra il nostro organismo, effetti diversi.

 Perché ?

 Le differenti modalità di cottura hanno effetti diversi sulle FUNZIONI ORGANICHE e GLI ORMONI del nostro organismo e noi potremmo utilizzarle tutte sapientemente così come si fa con le note di uno spartito principale.

 L' importante è mantenere l’ ARMONIA ovvero l’ equilibrio complessivo nella sequenza dei pasti.

 Mi spiego meglio, seguimi..

 Ora mi focalizzerò solo sul fritto perché parlare di tutte le modalità di cottura sarebbe dispersivo… Lo farò nei prossimi post.

 Il fritto, se ben fatto, possiede una serie di azioni funzionali che, possono essere utili per la riduzione del grasso viscerale, di quello periferico o per dare uno stimolo al metabolismo.

 Capiamo PERCHÉ:

 1) Recenti studi scientifici hanno dimostrato come i cibi cotti nell’olio portano a una secrezione di insulina e di C-peptide più bassa da parte dell’organismo, riducendo l’ accumulo di grasso corporeo viscerale. I cibi fritti o ripassati tendono a trasformare la natura degli zuccheri contenuti negli alimenti, rendendoli meno assorbibili da parte del nostro organismo e contribuendo alla riduzione del grasso addominale.

 2) Il fritto e le sue modalità intermedie (es. soffritto, trifolato…) produce uno stimolo alla funzione della cellula epatica, o per meglio dire, del polo biliare dell’ epatocita (cellula del fegato), determinando la liberazione di bile nell’intestino.

 E’ uno stimolo tossico e stressogeno per la cellula ? RISPOSTA Si… MA

 Ricordiamo la differenza fra Eustress (stress positivo per la cellula) e Distress (stress negativo per la cellula).

 In questo caso è uno STIMOLO di breve durata ed intensità che non determina danni cellulari ed anzi  accelera il metabolismo del FEGATO e il catabolismo degli ESTROGENI (vedi dopo). E’ quindi una sorta di eustress o di stimolo ormetico.

 Inoltre, con le associazioni alimentari giuste nel medesimo pasto, lo stress del fritto sarà bilanciato dagli altri alimenti e non determinerà alcun carico digestivo o metabolico.

 3) Il fatto di accelerare il CATABOLISMO DEGLI ESTROGENI (ovvero la loro degradazione) è importante perché fra le cause principali di ADIPOSITÀ LOCALIZZATA e CELLULITE vi è proprio un eccesso locale di estrogeni. I risultati sono fantastici…

 Il fritto per essere “sano” deve avere alcune caratteristiche:

 - Deve essere preparato con olio extravergine di oliva di buona qualità.

 - Non deve superare il punto di fumo (di solito non oltre i 160/180°). Se l’ olio fuma ed emette un odore acro bisogna buttarlo via.

 - Bisogno utilizzare l’ olio per friggere una volta sola.

 - Bisogna evitare che con la cottura gli alimenti si “colorino” troppo.

 - Bisogna immergere tutto l’ alimento nell’ olio (non parzialmente). Friggendo il grasso è all’ esterno ma all’ interno la brusca disidratazione che si verifica per via della elevata temperatura, non lo fa passare.

 - Infine bisogna asciugare l’ alimento, dopo la frittura, con carta paglia.

 - E’ necessario associare l’ alimento fritto nello stesso pasto con gli alimenti giusti: una verdura cruda e un frutto, per esempio.

 Con che frequenza si può mangiare il fritto ?

 In questo caso la risposta è: DIPENDE… Dalle condizioni dell’ individuo, dall’ età, dalle patologie concomitanti o da quelle su cui si vuole agire (es. steatosi, ovaio micropolicistico, cellulite).

 In generale, uno stimolo di questo genere in una persona sana può essere fornito da 1 a 2 volte alla settimana senza alcun problema e con i vantaggi sopra descritti.

 Allora… Non sentirti in colpa se qualche volta vuoi mangiare:

 2 patate fritte, insalata verde mista, 1 mela

 Il tuo fegato ti ringrazierà!

LE FRAGOLE...


Le fragole sono un frutto dotato di straordinarie proprietà funzionali!


 Scopriamole insieme...
 Contengono pochi zuccheri (possono essere utilizzate nel diabetico e quando si vogliono controllare o ridurre i livelli di insulina) e un buona buona quantità di iodio (favorisce la sintesi degli ormoni tiroidei) e pertanto sono indicate nella dieta dimagrante e in menopausa.

 Per il contenuto di vitamina C e calcio hanno una azione di inibizione della aggregazione piastrinica: in altri termini rendono fluido il sangue.
 Possiedono, inoltre, una blanda azione antiinfiammatoria.

 Nella quantità di 125/150 grammi, consumate con limone fresco spremuto, sono un ottimo frutto di stagione.

 Le controindicazioni principali riguardano le allergie (sia verso le fragole che le allergie in generale) e le gastriti.

IL FERRO è essenziale per l’ organismo ma…


Affinchè l’ organismo lo possa utilizzare al meglio deve essere introdotto con gli alimenti nel modo giusto.

Mi spiego meglio: conta poco sapere quali alimenti sono ricchi o poveri di ferro…

Come ormai saprai, non è sufficiente che un nutriente sia presente in un alimento, ma necessario che venga assorbito nella forma in cui è più “biodisponibile”, ovvero nella forma che l’organismo utilizza meglio.

Giusto per fare un esempio, una delle associazioni alimentari migliori per favorire l’assorbimento del ferro è:

Filetto di vitello, radicchio ai ferri e un’arancia.

Il filetto e il radicchio contengono il FERRO, rispettivamente di origine animale (emoglobinico) e vegetale (non emoglobinico), più biodisponibile ma

NON SOLO! Dal momento che il ferro proviene da 2 fonti diverse, vengono assorbiti dall’ organismo con velocità diverse (prima quello vegetale e poi quello animale), con un effetto finale ottimale.

Tra l’ altro la cisteina contenuta nella carne favorisce l’ assorbimento del ferro non eme presente nella verdura.

NON SOLO! Una spruzzata di limone sul filetto e una gustosa arancia di Sicilia a fine pasto favoriscono l’assorbimento del ferro (sia emoglobinico che non emoglobinico) grazie al contenuto di acido ascorbico (vitamina C) e acido citrico.

Un'associazione di questo genere è, per esempio, indicata a comporre un pasto nel periodo della mestruazione della donna in età fertile.


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Ricordo come il FERRO sia necessario, oltre che per la sintesi di emoglobina (la cui carenza provoca anemia sideropenica), anche per la sintesi degli ormoni tiroidei.

Molti ritengono che per la tiroide l’ elemento di riferimento sia lo iodio. Fuochino !!!

Se è vero che la tiroide è l’ unica ghiandola in grado di utilizzare lo iodio, per la sintesi degli ormoni tiroidei (T3 e T4) servono anche altri minerali, oligoelementi e vitamine.

Se si volesse fare una graduatoria sulla loro importanza, il ferro sarebbe al secondo posto dopo lo iodio.

Non a caso, i pazienti che soffrono di Tiroidite di Hashimoto sviluppano AUTO-ANTICORPI contro un enzima che si chiama Tireo-perossidasi (anti-TPO), che è una molecola che permette l’ utilizzo del FERRO da parte della tiroide per la costruzione degli ormoni tiroidei.

Per questo motivo vengono prodotti meno ormoni tiroidei e i pazienti possono presentare i sintomi dell’ IPOTIROIDISMO.

Digiuno SI, digiuno NO...?

 
 Fino a poco tempo fa medici e nutrizionisti avrebbero risposto in coro:”Noooooo !!!.
 Ora le cose sono cambiate e studi scientifici di elevatissimo profilo condotti da Mark Mattson, Valter Longo e Luigi Fontana (senza dimenticare Umberto Veronesi) hanno dimostrato che il digiuno intermittente (o intermittent fasting) può avere un senso,
 non tanto per dimagrire quanto per essere in forma ed avere un invecchiamento di successo.
 Un digiuno intermittente “furbo” ci consente di fare una pulizia delle cellule e delle macromolecole del nostro organismo danneggiate tramite l’ AUTOFAGIA,
 riciclando quanto è possibile ed eliminando il resto.
 Inoltre, aiuta anche a risincronizzare i nostri ritmi biologici ed ormonali.
 E’ come fare il reset del computer.
 In soldoni, il vantaggio nell’ applicarlo deriva dal fatto che ci si ammala di meno, si vive di più e, paradossalmente, si ha più energia.
 E’ il meccanismo più fisiologico che esiste e funziona negli animali da esperimento ma anche nell’ uomo.
 Esistono diversi modi di effettuare l’ intermittent fasting e su questo c’è lavorare e studiare ancora.
 Uno dei modi più semplici è quello di fare 16 ore di digiuno, generalmente saltando la colazione oppure anticipando l’ ora della cena.
 Questa modalità va bene per tutti ?
 Anche NO… Il medico deve valutare fattori di rischio e la costituzione della persona nonché, possibilmente, il suo assetto metabolico.


  

Ti interessa una dieta che usa i grassi per farti dimagrire?

Allora leggi la mia intervista e inizia ad applicare la mia dieta che è stata pubblicata su pubblicata su SILHOUETTE DONNA aprile 2017, che puoi trovare in edicola.

 Il titolo è “La Dieta Low Sugar”. La traduzione vera: ”La rivincita dei grassi”

 Non a caso il nutrizionista che ora spopola negli USA, il Dr. Mark Hyman: scrive:” You Should Eat Fat to Get Thin”. Bisognerebbe mangiare grassi per dimagrire.

 Sembra paradossale, “strano” oppure una trovata per attirare l’ attenzione. In ci sono basi scientifiche solide che sostengono questa affermazione.

 I grassi servono perché:

 1) Servono a bilanciare l’ insulina

 2) Danno sazietà per un periodo di tempo lungo

 3) Riducono la continua rincorsa ai dolci e agli snack, interrompendo il circolo vizioso dei carboidrati

 4) Riducono l’ infiammazione

 5) Danno gusto al cibo

 Ricordiamoci che il cervello è fatto per la maggior parte di grassi. Una ragione ci sarà.

 

  

Il minestrone, amico e nemico della bilancia ?

 
 
L’ idea comune è che il minestrone sia una piatto salutare e persino che possa far dimagrire.
 Non a caso è stata anche ”inventata” la dieta del minestrone.
 A questo proposto è meglio chiarire come il minestrone possa essere un piatto salutare
 ma non certo indicato in caso di ritenzione idrica od obesità, che possono addirittura peggiorare.
 I sali presenti nelle tutte le sue verdure, infatti, possono liberarsi e favorire la ritenzione idrica, cellulite ed ipertensione arteriosa.
 Curiosamente la medicina ufficiale ha effettuato una notevole campagna contro il cloruro di sodio, contenuto nel sale da cucina o in alcuni alimenti,
 mentre ha totalmente trascurato questo aspetto, più significativo perché il sale non è solo uno ma è la somma di tutti quelli presenti nelle varie verdure.
 Da un altro punto di vista, il minestrone può essere utile qualora, per qualsiasi motivo, si siano persi dei sali,
 per esempio con la sudorazione dello sportivo, diarrea o malattie debilitanti.
 E’ questo un piatto tipico della cucina del nord Italia, ma è nato quando la maggior parte della popolazione faceva un lavoro manuale che implicava una perdita di Sali.
 Se proprio non se ne può fare a meno meglio associarlo con altri alimenti ad azione antidiuretica nello stesso pasto.
  

La vitamina D riduce l’infiammazione!

Uno studio pubblicato sul prestigioso “Cancer Prevention Research ha mostrato come la supplementazione con vitamina D sia stato in grado di ridurre l’infiammazione in un gruppo di donne in post-menopausa con valori di Vitamina D inferiori a 32ng/mL.
 Le donne sono state divise in due gruppi ed entrambe sono state sottoposte ad un programma di dieta ipocalorica ed attività fisica.
 Ad un gruppo è stata somministrata vitamina D (2.000 U.I al giorno) e all’ altro il placebo.
 Entrambi i gruppi hanno perso peso ma solo il gruppo supplementato con vitamina D ha mostrato una riduzione significativa di una parametro molto importante di infiammazione, l’ INTERLEUKINA 6.

 Ora capite perché attribuisco così tanta importanza alla vitamina D.

 Cancer Prev Res. 2015 Jul; 8 (7); 628-35


 

La vera “bufala”nutrizionale: la caprese fa dimagrire ?

La caprese viene considerata un piatto freddo e leggero ottimo nella stagione estiva anche, e soprattutto, se si è a dieta.
 In realtà è un piatto in cui si sommano i sali minerali, presenti abbondantemente nel pomodoro, al calcio e ai Sali presenti nella mozzarella.
 Presenta quindi una spiccata azione anti-diuretica e quindi fa trattenere liquidi e peggiorare la cellulite e la ritenzione idrica.

 Allora non è un piatto salutistico ?

 In realtà i pescatori dell’ isola di Capri, da cui deriva, conoscevano molto bene le sue proprietà nutrizionali e funzionali.
 È un piatto ottimo per ridurre gli effetti della disidratazione e della perdita di sali minerali che si può verificare nelle calde giornate estive,
 in particolare se si è stati esposti a lungo al sole o negli sportivi dopo attività sportiva intensa.
 In calcio contenuto nella mozzarella può essere utile nell’ ipertiroidismo, che si potrà giovare anche degli effetti neuro-sedativi del basilico.
 Come sempre non esistono cibi o piatti buoni o cattivi.
 Si tratta semplicemente di conoscere i loro effetti funzionali.

 
 

Avocado: un vero toccasana per la tiroide

Un recente articolo pubblicato su una importante rivista scientifica*  ha evidenziato le proprietà benefiche e protettive dell’ avocado sulla tiroide e una riduzione delle malattie tiroidee associato al suo utilizzo.
 Questo può essere dovuto al suo contenuto di acidi grassi monoinsaturi, tirosina e iodio nonchè agli effetti antiossidanti, antiinfiammatori ed anti-lipidici degli altri suoi nutrienti.

 *Journal of Pharmacy and Pharmacology 4 (2016) 108-118

  
  

Premio Nobel per l’Autofagia… Ve l’avevo detto!


l giapponese Yoshinori Ohsumi ha vinto il Nobel per la medicina per i suoi studi condotti sull’ Autofagia.
 E’ questo un meccanismo biologico che consente alla cellula di riciclarsi e rinnovarsi.
 Si butta quanto è danneggiato o poco efficiente, si ricicla il resto.
 La medicina Anti-Aging ha sempre attribuito molta importanza a questo processo, conosciuto dagli anni 60.
 Oggi i media ne hanno enfatizzato gli effetti positivi sulle malattie cronico degenerative
 e che riguardano il sistema immunitario ma è importantissima anche, per esempio, per il cuore e per l’aging.
 Chi invecchia bene ha un’ autofagia efficiente, che resetta periodicamente il suo organismo, così come avviene per un PC.
 Fra i sistemi in grado di stimolare l’ autofagia, e agire positivamente sull’ invecchiamento,
 ricordo la restrizione calorica (di circa il 30% delle calorie) e il digiuno intermittente (intermittent fasting).

 Esiste poi un altro modo per stimolare l’ Autofagia e lo spiegherò al
 Congresso Europeo di Medicina Anti-Aging di Parigi il 23 ottobre nella relazione: "SPERMIDINE, GEROPROTECTION AND AUTHOFAGIA ENHANCEMENT"
 (Spermidina, Geroprotezione e miglioramento dell' Autofagia).
 Posso dire di essere un pioniere in questo settore.
 La spermidina è un nuovo geroprotettore che ha evidenziato la sua straordinaria capacità di stimolare l’ autofagia in diversi specie animali negli studi sperimentali.
 Quando potrà essere utilizzata nell’ uomo come integrazione nutrizionale
 si sarà fatto un passo in avanti verso la vera prevenzione delle malattie legate all’ invecchiamento e l’ Healthy Aging.

 

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 PER CONTATTARMI:
 
Dott. Claudio Tomella
 Nutrizionista
 Iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano  N° 32143
 Tel. 348-66.82.390 - 388-30.61.430
 E-mail: studio@tomella.it

  

COSA NON BISOGNA FARE quando l’ ago della bilancia è salito e i vestiti stringono

Ogni anno la stessa storia.

 Buoni propositi prima (“Quest’anno sarà diverso: non abbufferò ad ogni occasione”) e dopo (“Ora basta ! Le feste sono finite e mi metterò in riga).
 Ecco qualche dritta che deriva dalla mia esperienza coi pazienti.
 Non porti obiettivi irraggiungibili. Se sono bastate 2 settimane per aumentare di 3 kg ce ne vorranno almeno 4 per perderli.
 In tutta sincerità con te stesso, non ripetere quello che, senza successo, hai già provato gli scorsi anni con risultati scadenti.
 Sarebbe l’ ennesimo fallimento.
 Non iniziare a saltare i pasti senza una strategia precisa. Mangerai di più e peggio nei pasti successivi.
 Non iscriverti in palestra se poi, come tutte le altre volte, non la frequenterai con regolarità.
 Non fare attività fisica intensa se non sei allenato.
 Stresseresti solo te e il tuo organismo col rischio di perdere più massa magra che massa grassa.
 Non rinunciare per forza a “tutti” i  cibi che sono gratificanti.
 La rinuncia porta stress e lo stress porta a mangiare di più.
 Non ti pesare ogni giorno e soprattutto dopo essere andato al ristorante con amici.
 Pesandoti il peso non scende ma aumenta lo stress e la frustrazione.
 Basta 1 volta alla settimana.
 Non fare la mossa poco furba di saltare la colazione di tua iniziativa.
 Ti farà mangiare più cibo spazzatura a metà mattina, a merenda o alla sera.
 E’ inutile che cerchi come un ossesso gocce drenanti e detox ovvero una pastiglia brucia grassi. Non esiste!!!!
 Sai che le diete fai da te e all’ ultima moda non funzionano e possono talvolta essere dannose per il metabolismo.
 Allora stanne lontano.
 


  

L'ananas fa dimagrire? Vero o Falso?

Falso!

L’ ananas è un frutto tropicale, che come molti frutti esotici, è ricco di nutrienti e vitamine, in grado di sostenere l’ organismo delle popolazioni del luogo in momenti di grande caldo e con poca disponibilità di altro cibo. In sé è una ricchezza dal punto di vista nutrizionale.
Ma attenzione, ho scritto ricco…!

E’ vero che possiede una nota azione diuretica.

Tuttavia, non può si dire che sia povero di zuccheri semplici e soprattutto possiede un indice glicemico piuttosto elevato… Per intendersi, simile a quello della banana.

In altri termini se mangiato alla sera alla fine di un pasto più che bruciare i grassi favorirà il loro accumulo, dal momento che può alimentare la secrezione di insulina. Questo effetto è maggiore di quello diuretico, in una persona che vuole perdere peso.

Non ho ancora incontrato una persona.

Tuttavia l’ ananas può essere utilizzato in maniera “furba” in due modi:

1) per favorire la digestione delle proteine.  quindi può essere usato alla fine di un pasto proteico a base, per esempio, carne rossa. In questo caso migliora la detossificazione e favorisce la digestione. Anche in questo caso, meglio non alla sera. La quantità è di circa ¼ di ananas al giorno.

2) per concludere un pasto in cui si è consumato un fritto (es. patate fritte o fritto di pesce, etc.). In questo caso gli zuccheri presenti nell’ ananas possono essere utili al fegato per svolgere la sua azione detossificante, insieme ad una verdura cruda, da consumare nel medesimo pasto. In questo caso la quantità è ridotta, a circa 1/8 di ananas.