martedì 22 ottobre 2013

Articolo pubbicato dal Dott. Tomella e coll. sulla CANDIDOSI RICORRENTE - Milano settembre 2013

La CANDIDOSI RICORRENTE è una condizione che "accompagna" la vita di numerose donne. Lo stress, la composizione del microbiota, lo stile di vita e soprattutto lo stile nutrizionale giocano un ruolo importante a livello preventivo. Come dimostra questo interessante studio della durata di due anni recentemente pubblicato sul Journal of  Biological Regulators and Homeostatic Agents l'utilizzo ragionato di un fitocomplesso ad hoc può essere uno strumento  ulteriore nelle mani del medico per affrontare la candidosi vulvovaginale ricorrente.

J Biol Regul Homeost Agents. 2013 Jul-Sep;27(3):875-82.

Prophylactic strategies in recurrent vulvovaginal candidiasis: a 2-year study testing a phytonutrient vs itraconazole.

Source

ReGenera Research Group for Intervention in Aging, Milano, Italy.

Abstract

The aim of the present study was to assess the clinical efficacy of a one week/month treatment with a phytocompound with antimycotic properties (K-712, with following 100 mg composition: 10 mg of oleoresin from Pseudowintera colorata at 30 percent concentration in Polygodial together with trace amounts of Olea europea) in recurrent vulvo-vaginal candidiasis (RVVC), as compared to once a week treatment with an azole drug for 24 months follow up. This prospective randomized study involving 122 women (19 to 63 years old) with a history of proven episodes of RVVC in the prior 12 months. Patients were allocated in two treatment groups of 61 patients each and given A) Itraconazole 200 mg orally once a week or B) 1 tab twice a day of K-712 for one week/month. Each treatment schedule was well tolerated with 19 patients in the azole group complaining of transient mild symptoms (nausea, abdominal discomfort, unpleasant taste), while only 3 patients on K-712 reported slight dyspepsia. The number of relapses was significantly lower in the K-712-treated group as compared to the itraconazole-group (22 vs 39, p less than 0.05). Moreover, the former group showed a significantly decreased number of cases resistant or dose-dependent susceptible as compared to group A (p less than 0.05 vs itraconazole) and the same occurred for the occurrence of non-albicans species (group A 64.1 percent vs group B 31.8 percent, p less than 0.05). The overall mycological cure at the end of the 2-year study showed a comparable benefit between the two groups. From these data it appears that the present antifungal phytonutrient is equally effective as itraconazole in the overall treatment of RVVC over a 2-year follow-up, but yielding a significantly better prophylactic effect and also maintenance benefit with lower relapse rate, antifungal susceptibility and growth of azole-resistant species.

lunedì 23 settembre 2013

Importante articolo pubblicato su Rejuvenation Research e PUBMED dal gruppo del Dott. Tomella, che compare come medico referente

Rejuvenation Res. 2013 Sep 19. [Epub ahead of print]

THE HIDDEN PHENOMENON OF OXIDATIVE STRESS DURING TREATMENT OF SUBCLINICAL-MILD HYPOTHYROIDISM: 

A PROTECTIVE NUTRACEUTICAL INTERVENTION.

ReGenera Research group for Aging Intervention, Milano, Italy

Abstract

Recent studies suggest that subjects with hypothyroidism under therapy with L-T4 might develop oxidative stress. The aim of this study was to test a redox-balance modulator, FPP, together with subclinical (SH) or mild hypothyroidism (MH) treatment in view of biochemical changes. 60 females treated for SH-MH were divided into two matched groups and received either FPP 3gr 1 sachet t.i.d. or placebo for 3 months. A significant baseline increase of all oxidative markers was observed in SH-MH (p<0.05 vs control) and even more under T4 treatment (p<0.05). FPP caused a normalization of redox markers (p<0.01 vs placebo). Thyroid supplementation accelerates mitochondrial oxygen consumption and oxidative stress while a redox-modulator therapy is advisable, given the long-lasting treatment in such cases.

Studi recenti suggeriscono che soggetti con ipotiroidismo in terapia con L T4 (levotiroxina) potrebbero sviluppare stress ossidativo. Lo scopo di questo studio era quello di testare un modulatore del bilancio redox, FPP (papaya fermentata) nel trattamento delle forme subcliniche (SH) e lievi di ipotiroidismo (MH) e verificare possibili cambiamenti biochimici. Sono state arruolate nello studio 60 donne in trattamento per ipotiroidismo suclinico o lieve, divise in due gruppi e trattate con  FPP 3 gr al giorno versus placebo per tre mesi. E' stato osservato un aumento significativo basale di tutti i markers ossidativi basali in SH-MH (P<0.05 versus controllo) e ancora di più sotto trattamento con T4 (p<0.05). FPP ha determinato una normalizzazione dei markers redox (p<0.01 versus placebo). La supplementazione con ormoni tiroidei accellera il consumo di ossigeno mitocondriale e lo stress ossidativo mentre una terapia modulatrice del bilancio redox risulta consigliabile, dato il trattamento di lunga durata in questi casi.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24050492



martedì 10 settembre 2013

Nuove notizie sull’ importanza del bilancio ESTROGENI e TESTOSTERONE nell’ uomo

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1206168
I ricercatori dell'Harvard School di Boston capitanati da Finkelstein JS hanno recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine  un articolo rivoluzionario sugli steroidi gonadici, la composizione corporea, la forza e la funzione sessuale negli uomini. Se alcalo dei livelli di testosterone sono stati da sempre attribuiti la maggior parte dei sintomi dell' "andropausa"e agli estrogeni sono sempre state conferite quelle caratteristiche"femminilizzanti" dell'uomo che invecchia, con queste scoperte si apre una nuova pagina. Anche il calo degli estrogeni (o estrogeni troppo bassi) possono avere conseguenze negative sull'uomo. Secondo questo studio la caduta degli estrogeni sarebbero responsabili dell' accumulo di grasso nel giro vita e condizionerebbero positivamente la libido.Non bisogna più quindi temere il processo di aromatizzazione (con il quale il testosterone viene convertito in estrogeni) sia fisiologico che secondario alla somministrazione di testosterone bioidentico che per molti anni, paradossalmente, è stato rioten uto responsabile dell'accumulo del grasso maschile, mentre al testosterone si attribuiva la forma corporea "asciutta" e atletica. Il merito di questo studio è anche stato quello di avere investigato sulle numerose azioni del testosterone sulla salute e il benessere dell' uomo che, seppur conosciute, lasciano molti punti di domanda sulla loro specificità e sulle loro specifiche relazioni e correlazioni. Come sempre in natura tutto dipende dall' equilibrio. La parola chiave per gli ormoni è "BALANCE".

lunedì 9 settembre 2013

La NUTRIZIONE ORTOMOLECOLARE Milano, Settembre 2013



Quando di parla di nutrizione ortomolecolare si fa riferimento ad un termine utilizzato per la prima volte dal biologo molecolare, due volte premio Nobel, Linus Pauling nel suo articolo dal titolo “Psichiatria Ortomolecolare”, pubblicato sulla rivista scientifica Science nel 1968.
Ma cosa significa ? Come spesso accade in medicina l’analisi della parola ci dice molto: ORTO deriva dal greco e significa “giusto” e MOLECOLARE  si riferisce alla molecola che, come è noto, definisce unità di base di una sostanza.
Ma questo non basta per chiarire la genialità dell’intuizione: cosa significa “giusto” ? Non è certo un attributo autoreferenziato per definire una tecnica terapeutica o un modus operandi.
Deriva invece dalla conoscenza approfondita dei fini meccanismi biochimici che sottendono il funzionamento del nostro organismo e dei loro reciproci rapporti.
Il concetto di fondo è che molecole normalmente presenti nel nostro organismo o introdotte con la dieta (vitamine, oligoelementi, etc.) e indispensabili per far avvenire reazioni chimiche chiave nel nostro organismo, se introdotte e mantenute al giusto dosaggio, sono in grado di favorire il benessere e la cura di numerose patologie (non solo psichiatriche).
La giusta molecola al giusto dosaggio potrebbe essere dosaggio potrebbe essere la massima che riassume la nutrizione orto molecolare. 
Alla base di tutto naturalmente vi è uno stile di vita sano e una alimentazione equilibrata, ma quando si fa riferimento alla nutrizione ortomolecolare bisogna pensare anche alla supplementazione delle molecole “giuste” (vitamine, aminoacidi, minerali, oligoelementi, enzimi, acidi grassi e fitonutrienti) nelle combinazioni corrette perché i dosaggi che vengono utilizzati possono essere anche molto diversi  e frequentemente maggiori da quelli che si possono ottenere con la dieta.
Quando in medicina si fa riferimento alle RDA (Recommended Daily Allowance) o dose giornaliera consigliata o dose giornaliera raccomandata si fa riferimento alla dose di nutrienti minima per soddisfare il fabbisogno giornaliero. In assenza di questo si sviluppano patologie ben note e codificate: carenza di vitamina C/scorbuto, carenza di vitamina B3 /pellagra, carenza di ferro /anemia, etc..
Diverso è quello che avviene in nutrizione ortomolecolare dove per preservare lo stato di salute e per il trattamento di numerose patologie i dosaggi sono spesso decisamente maggiori di quelli definiti “raccomandati ma minimi”. Nonostante questo non si sviluppa tossicità e non si verificano accumuli di cataboliti tossici perché sono di origine esclusivamente naturale e al dosaggio “giusto”. Nella sintesi di dei prodotti si cerca di evitare  sostanze che non derivano dalla natura e i rapporti fra i vari nutrienti sono studiati in modo accurato per favorire la loro sinergia. Per l’ organismo è diverso il destino metabolico della vitamina C di sintesi (“chimica”) rispetto a quella derivata dall’Acerola o da un altro prodotto della natura: come intuitivo, per motivi di forza maggiore lievitano un po’ i prezzi ma anche l’efficacia “in vivo”si rafforza notevolmente.
Come sempre la purezza e la qualità della materia prima di origine del supplemento-integratore è di importanza essenziale così come le modalità di preparazione e gli eccipienti utilizzati nel prodotto.
 Tra l’altro, come ha ben descritto il Prof.R.J Williams “Ogni individuo dispone di un proprio regime di sostanze nutrizionali. Sebbene l’elenco delle sostanze nutrizionali necessarie sia uguale per tutti, le singole quantità di cui abbiamo bisogno non devono essere obbligatoriamente le stesse per ogni individuo’. Risulta quindi insostituibile la figura del medico specialista che in base alla sua conoscenza ed esperienza riesce ad individuare la terapia “giusta” e a colpire nel segno con la precisione di un arciere.
Inspiegabilmente, la nutrizione ortomolecolare è molto diffusa e praticata in Europa da medici esperti ed autorevoli, molto meno in Italia. La bella notizia è che ora può essere applicata anche a Milano.

lunedì 2 settembre 2013

Nuova pubblicazione del Dott. Tomella sulla rivista scientifica Rejuvenation Researsch

Rejuvenation Res. 2013 Sep 19. [Epub ahead of print]

PROTECTIVE EFFECT OF A STURGEON EGG HOMOGENATE MARINE COMPOUND ON ARTERIAL ULTRASTRUCTURE IN SPONTANEOUS HYPERTENSIVE RATS.

Source

CMP Medical Center, Innovation Technology, R&D, Pavia, Italy ; nzerbinati@centro-medico.it.

Abstract

We assessed the effect of a sturgeon eggs-based nutraceutical (LD-1227) versus EPA/DHA on the ultrastructure of spontaneously hypertensive rats (SHR) aorta. Sixty SHR were randomly divided into three groups fed: a). rat chow; b) added with 10mg EPA/DHA; c) added with 10mg of LD-1227 for 18 weeks. Afterwards, the aorta was used for: blind measurements of thickened intima area and electron microscopic examination. Control SHR showed an expanded subendothelial space and leukocytes intima-infiltration which were reduced in LD-1227-fed rats (p<0.05) and less in EPA/DHA-group. TEM showed endothelial alteration with severe subcellular injury and, unlike EPA-DHA-group, LD-1227-treated rats displayed a significant reduction (p<0.05). These data suggest that LD-1227 has stronger arterial protective-properties and deserves further work in view of a preventive medicine strategy.

mercoledì 3 aprile 2013

La BIOTERAPIA NUTRIZIONALE






La bioterapia nutrizionale® è una metodica che utilizza gli alimenti, le modalità di cottura e le associazioni fra i cibi per la prevenzione e la cura delle malattie. Deriva dalle geniali intuizioni della Dott.ssa Domenica Arcari Morini di Roma che l’ ha ideata e che per oltre 40 anni, con i suoi collaboratori,  l’ ha sviluppato.  A mio avviso esistono poche metodiche efficaci, naturali, piacevoli, “raffinate e affinate” (dal punto di vista scientifico) come questa.
La natura offre possibilità di cura straordinarie perché ogni alimento non è importante solo per il suo contenuto nutrizionale, per le calorie che produce o gli oligoelementi che contiene ma anche perché è un insieme armonico di tutto questo che interagisce con l’ individuo in modo dinamico e sfruttare al massimo  le sue potenzialità può determinare risultati veramente sorprendenti.
Tutti, addetti ai lavori e non, sono d’accordo sul fatto che l’alimentazione sia alla base della salute e del benessere ma troppo poco si considera il fatto che una alimentazione scorretta può essere determinante per lo sviluppo delle malattie (basti pensare all’ epigenomica) anche perché tutti ci dobbiamo nutrire, in condizioni fisiologiche e non, e alimentarsi in modo corretto può fare la differenza.
La bioterapia nutrizionale è in grado di influire sulle principali funzioni organiche del nostro organismo come la regolazione glicemica, l’ottimizzazione della funzionalità epatica, tiroidea e renale e sul bilanciamento dell’ assetto ormonale.
La metodica bionutrizionale prevede una sequenza di pasti modificando le associazioni alimentari in base alla risposta soggettiva ed oggettiva dell’ individuo e del malato.
Dopo una accurata diagnosi medica, avvalendosi anche dello studio delle costituzioni derivante dalla Medicina Tradizionale Cinese e con l’ ausilio della interpretazione dello stick urinario vengono proposti una successione di pasti sulla base delle esigenze individuali del paziente.
La buona notizia, inoltre,  è che i pasti proposti sono veramente e inaspettatamente gustosi ed appaganti e vi stupiranno almeno per due motivi.
Primo motivo. La Dott.ssa Domenica Arcari Morini è partita da profonde conoscenze della fisiologia, dell’endocrinologia, della biochimica, del contenuto nutrizionale degli alimenti e delle modificazioni con i vari tipi di cottura e li ha coniugati con la cucina tradizionale italiana, ricchissima e variegata e in grado di far fronte alle esigenze di popoli abitanti in zone diverse del Paese, da quelle costiere a quelle montuose. In altri termini, se un piatto tipico, e magari con una lunga storia, si è tramandato fino ai giorni nostri un motivo ci sarà: sta alla conoscenza del medico bionutrizionista utilizzarlo in modo appropriato a seconda delle esigenze del paziente.
Secondo motivo. Alcuni dei piatti proposti o le loro modalità di cottura  “spiazzano” il paziente perché magari sono stati banditi da tempo immemore dalle tavole sulla base delle notizie dietetiche  più diffuse fra il pubblico e anche fra  i medici.
Questo accade perché il razionale è diverso e come ho già detto molto “raffinato, ricco e innovativo” ed è persino superfluo ricordare come le campagne informative attuali abbiano presentato gravi lacune, se è vero che nonostante siano state in grado di proporre linee guida per una corretta alimentazione, in realtà l’ obesità (sia infantile che dell’adulto), il diabete, la diabesità e le malattie cronico degenerative in cui la nutrizione ha un impatto rilevante, stanno aumentando anziché diminuire.
In realtà non è detto che tutto ciò che è gustoso non si possa mangiare: anzi.
L’ esperienza personale di tutti noi, supportata dalle teorie che stanno alla base della terapia cognitivo comportamentale del peso, ci insegna che una delle caratteristiche della dieta di successo è che sia gratificante, soprattutto nella fase di mantenimento del peso e quando è importante la gestione dello stress. A questo naturalmente si aggiunge l’applicazione del nuovo razionale nutrizionale.
Sarà importante la qualità all’ origine del prodotto che si consuma e che dovrà essere meno manipolato possibile per poter sfruttare al meglio le sue potenzialità e non sovraccaricare il nostro organismo di “spazzatura”.
 Bisognerà tenere presente sempre il concetto di biodisponibilità di un nutriente, che nella pratica clinica e nelle diete “fai da te” viene sottovalutato o non preso affatto  in considerazione, sostituito da calcoli derivati da semplici ma sterili tabelle che non riusciranno mai a descrivere in modo soddisfacente il destino metabolico degli alimenti una volta introdotti nel nostro organismo.
Di fronte a questo scenario meglio arroccarsi su poche e granitiche certezze o cercare nuove strategie nell’interesse del paziente ? Io non ho dubbi nello scegliere la seconda strada che, anche se più tortuosa, risponde meglio al metodo scientifico, al mio desiderio di sapere e di essere nella condizione di proporre il meglio possibile alla persona / paziente che si rivolge a me per un aiuto.








Cosa sono gli ORMONI BIOIDENTICI




Perché invecchiamo ? Una delle risposte più condivise dalla comunità scientifica evoca la teoria dell’ endocrinosenescenza: con  l’ aging  si assiste ad un progressivo calo dei  livelli ormonali ottimali e a una modificazione dei rapporti fra gruppi di ormoni e ciò favorirebbe il manifestarsi del declino funzionale e di numerose patologie age-dependent.
Nel nostro immaginario sono chiari i cambiamenti fisici e mentali che accompagnano la menopausa e l’andropausa anche se in realtà tutte le  ghiandole vanno incontro a una progressiva “pausa” che condiziona l’ invecchiamento.
Di fronte a questa condizione cosa  fare ? Una possibile risposta deriva dagli Ormoni Bioidentici, che sono conosciuti e vengono utilizzati da oltre 60 anni da medici specialisti di tutto il mondo.
Gli ormoni bioidentici  sono per  definizione chimicamente  “identici” agli ormoni presenti nel nostro corpo. Sono estratti da piante (come la Dioscorea Villosa, la soia, etc.) e a buon titolo possono essere definiti naturali non solo perché derivano dalla natura e non sono sintetizzati dall’ uomo, ma anche perché vengono riconosciuti come tali dal nostro organismo e pertanto sono estremamente efficaci e sicuri.
Sono chiamati anche naturali, bio-equivalenti o umano equivalenti. Il concetto è quello della imitazione delle azioni della natura usando sostanze di  origine naturale che si trovano nei sistemi fisiologici in dosi fisiologiche. Un’ immagine molto rappresentativa li paragona ad un guanto (gli ormoni) che calza perfettamente alle dita della nostra mano (il “nostro”organismo).
Per completezza occorre ricordare che la struttura degli ormoni NON bioidentici è diversa da quelli naturali (condizione necessaria per poter sviluppare un brevetto) o possono provenire da un’altra specie animale.
Ma quali sono gli ormoni identici ? Fra i più utilizzati vi sono quelli deficitari e squilibrati in premenopausa e menopausa  come il progesterone, l’ estradiolo, l’ estriolo, il DHEA (deidroepiandrosterone) ma anche il pregnenolone, il cortisolo, il testosterone, l’ ormone tiroideo e il keto-DHEA, per fare qualche esempio.
Gli ormoni bioidentici vengono utilizzati in caso di carenza di ormoni o gruppi di ormoni documentati da specifici esami ed evidenziati dalla clinica del paziente.
L’ obiettivo della terapia sostitutiva con ormoni bioidentici è quello di alleviare i sintomi causati dalla diminuzione nella produzione di ormoni da parte del corpo e ridurre l’incidenza della malattie legate agli squilibri ormonali, favorendo l’equilibrio e imitando, per quanto possibile, i processi naturali del corpo.
Per ottenere questo bisogna assumere dosi fisiologiche degli ormoni carenti,  scegliere sempre il miglior tipo e marca possibile del prodotto, correggere simultaneamente tutte le più  importanti deficienze ormonali,  iniziare il trattamento al momento giusto ed  eseguire  regolari follow up.
E’ importante quindi il concetto di dosaggio fisiologico  (non farmacologico o sovrafisiologico),  una dose che non è troppo alta o bassa e rientra nel range di sintesi di un individuo sano e di valore ottimale dell’ ormone, che si riconduce al dosaggio in età giovanile (circa 25 anni) per quel soggetto. Occorre ricordare che il valore ottimale non è esattamente sovrapponibile al range di normalità indicato dai laboratori di analisi, spesso troppo ampio, aspecifico e non adatto ad una medicina che per definizione ha l’ambizione di essere preventiva e predittiva, ma pensato solo per discernere fra salute e malattia.
Il dosaggio deve essere personalizzato, tramite test di laboratorio e una loro corretta interpretazione, valutando i  sintomi, i segni della carenza, dell’ eccesso o dello squilibrio di ormoni o gruppi di ormoni, tenendo conto della storia famigliare e della risposta a terapie farmacologiche precedenti dell’ individuo. Tutto questo deve essere valutato da una guida clinica esperta e rivalutato periodicamente con puntuali follow-up.
Per molti ormoni il modo migliore è iniziare è quello che prevede di partire a bassi dosaggi, osservare il loro effetto e aumentare progressivamente.
Per altri ormoni è meglio iniziare con la dose che si presume sia adeguata o leggermente inferiore e  poi arrivare al valore ottimale.
Usualmente si consiglia la prima visita di controllo dopo un mese dall’inizio della terapia e poi ogni 3-6 mesi quando la terapia si è stabilizzata o in qualsiasi momento quando sia necessario un aggiustamento a causa di cambiamenti che possono riguardare la dieta, il lavoro, lo stress lo sport, il sonno, le stagioni o eventuali malattie.
Molti pazienti chiedono qual è la differenza fra questi “nuovi”, o meglio poco conosciuti, ormoni e quelli che normalmente vengono prescritti.
La differenza è sostanziale e non solo di forma e cercherò ora di evidenziarla attraverso un vero e proprio confronto.
Gli Ormoni Bioidentici hanno l'esatta struttura molecolare di quelli sintetizzati nel corpo umano e producono  le stesse risposte fisiologiche degli ormoni endogeni.
Devono essere somministrati secondo modalità che imitano i rapporti naturali fra gli ormoni nell’ organismo e attraverso vie di somministrazione (di solito creme o compresse micronizzate utilizzate secondo un preciso timing) volte a ottimizzare la loro azione.
Gli ormoni artificiali, convenzionali o “brevettati”  di solito non si trovano in natura o almeno non negli esseri umani. Il Premarin, per esempio, il capostipite degli estrogeni artificiali deriva dall’ urina di cavalla in stato di gravidanza.
Questi “farmaci” non sono identici nella struttura chimica o nella funzione agli ormoni naturali.
La diversa struttura può causare un legame diverso, instabile o incompleto al sito recettoriale dell' ormone e questo può determinare effetti diversi.
Gli ormoni di sintesi sono poi metabolizzati dal fegato più lentamente e con maggiore difficoltà, potendo determinarsi un loro di accumulo che può provocare  effetti negativi sull’ organismo.
L’ esempio chiarificatore che di solito viene fatto è quello che paragona la supplementazione con progestinico (sintetico) quella con il progesterone (ormone bioidentico)
Abbiamo detto che il progestinico è un farmaco sintetico, una molecola artificiale sviluppata per imitare le azioni di progesterone ma che non ha l'intera gamma di attività del progesterone naturale. Il Progesterone naturale è una molecola che è di origine vegetale ed è identico all’ ormone prodotto nel nostro corpo con gli stessi effetti dell’ ormone naturale.
Ma quello che stupisce  è l’ entità degli effetti collaterali.
Il progesterone bioidentico può determinare solo un lieve sonnolenza: in realtà la carenza di progesterone determina irritabilità ed insonnia e quindi l’ormone contribuisce solo al ristabilirsi di un equilibrio naturale.
L’ ormone sintetico può determinare: trombosi, dolorabilità al seno, gonfiore, depressione alterazione della visione, emicrania e altro ancora.
Il progesterone bioidentico è protettivo verso il sistema cardiovascolare: il progestinico di sintesi ha documentati effetti negativi.
Tutto questo non significa che la terapia di sostituzione con ormoni bioidentici  (BHRT, Bioidentical hormone replacement therapy) sia semplice o possa essere improvvisata, ma può essere uno strumento importante nelle mani del medico specialista per favorire il benessere del paziente.