venerdì 2 marzo 2018

Premio Nobel per l’Autofagia… Ve l’avevo detto!


l giapponese Yoshinori Ohsumi ha vinto il Nobel per la medicina per i suoi studi condotti sull’ Autofagia.
 E’ questo un meccanismo biologico che consente alla cellula di riciclarsi e rinnovarsi.
 Si butta quanto è danneggiato o poco efficiente, si ricicla il resto.
 La medicina Anti-Aging ha sempre attribuito molta importanza a questo processo, conosciuto dagli anni 60.
 Oggi i media ne hanno enfatizzato gli effetti positivi sulle malattie cronico degenerative
 e che riguardano il sistema immunitario ma è importantissima anche, per esempio, per il cuore e per l’aging.
 Chi invecchia bene ha un’ autofagia efficiente, che resetta periodicamente il suo organismo, così come avviene per un PC.
 Fra i sistemi in grado di stimolare l’ autofagia, e agire positivamente sull’ invecchiamento,
 ricordo la restrizione calorica (di circa il 30% delle calorie) e il digiuno intermittente (intermittent fasting).

 Esiste poi un altro modo per stimolare l’ Autofagia e lo spiegherò al
 Congresso Europeo di Medicina Anti-Aging di Parigi il 23 ottobre nella relazione: "SPERMIDINE, GEROPROTECTION AND AUTHOFAGIA ENHANCEMENT"
 (Spermidina, Geroprotezione e miglioramento dell' Autofagia).
 Posso dire di essere un pioniere in questo settore.
 La spermidina è un nuovo geroprotettore che ha evidenziato la sua straordinaria capacità di stimolare l’ autofagia in diversi specie animali negli studi sperimentali.
 Quando potrà essere utilizzata nell’ uomo come integrazione nutrizionale
 si sarà fatto un passo in avanti verso la vera prevenzione delle malattie legate all’ invecchiamento e l’ Healthy Aging.

 

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 PER CONTATTARMI:
 
Dott. Claudio Tomella
 Nutrizionista
 Iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano  N° 32143
 Tel. 348-66.82.390 - 388-30.61.430
 E-mail: studio@tomella.it

  

COSA NON BISOGNA FARE quando l’ ago della bilancia è salito e i vestiti stringono

Ogni anno la stessa storia.

 Buoni propositi prima (“Quest’anno sarà diverso: non abbufferò ad ogni occasione”) e dopo (“Ora basta ! Le feste sono finite e mi metterò in riga).
 Ecco qualche dritta che deriva dalla mia esperienza coi pazienti.
 Non porti obiettivi irraggiungibili. Se sono bastate 2 settimane per aumentare di 3 kg ce ne vorranno almeno 4 per perderli.
 In tutta sincerità con te stesso, non ripetere quello che, senza successo, hai già provato gli scorsi anni con risultati scadenti.
 Sarebbe l’ ennesimo fallimento.
 Non iniziare a saltare i pasti senza una strategia precisa. Mangerai di più e peggio nei pasti successivi.
 Non iscriverti in palestra se poi, come tutte le altre volte, non la frequenterai con regolarità.
 Non fare attività fisica intensa se non sei allenato.
 Stresseresti solo te e il tuo organismo col rischio di perdere più massa magra che massa grassa.
 Non rinunciare per forza a “tutti” i  cibi che sono gratificanti.
 La rinuncia porta stress e lo stress porta a mangiare di più.
 Non ti pesare ogni giorno e soprattutto dopo essere andato al ristorante con amici.
 Pesandoti il peso non scende ma aumenta lo stress e la frustrazione.
 Basta 1 volta alla settimana.
 Non fare la mossa poco furba di saltare la colazione di tua iniziativa.
 Ti farà mangiare più cibo spazzatura a metà mattina, a merenda o alla sera.
 E’ inutile che cerchi come un ossesso gocce drenanti e detox ovvero una pastiglia brucia grassi. Non esiste!!!!
 Sai che le diete fai da te e all’ ultima moda non funzionano e possono talvolta essere dannose per il metabolismo.
 Allora stanne lontano.
 


  

L'ananas fa dimagrire? Vero o Falso?

Falso!

L’ ananas è un frutto tropicale, che come molti frutti esotici, è ricco di nutrienti e vitamine, in grado di sostenere l’ organismo delle popolazioni del luogo in momenti di grande caldo e con poca disponibilità di altro cibo. In sé è una ricchezza dal punto di vista nutrizionale.
Ma attenzione, ho scritto ricco…!

E’ vero che possiede una nota azione diuretica.

Tuttavia, non può si dire che sia povero di zuccheri semplici e soprattutto possiede un indice glicemico piuttosto elevato… Per intendersi, simile a quello della banana.

In altri termini se mangiato alla sera alla fine di un pasto più che bruciare i grassi favorirà il loro accumulo, dal momento che può alimentare la secrezione di insulina. Questo effetto è maggiore di quello diuretico, in una persona che vuole perdere peso.

Non ho ancora incontrato una persona.

Tuttavia l’ ananas può essere utilizzato in maniera “furba” in due modi:

1) per favorire la digestione delle proteine.  quindi può essere usato alla fine di un pasto proteico a base, per esempio, carne rossa. In questo caso migliora la detossificazione e favorisce la digestione. Anche in questo caso, meglio non alla sera. La quantità è di circa ¼ di ananas al giorno.

2) per concludere un pasto in cui si è consumato un fritto (es. patate fritte o fritto di pesce, etc.). In questo caso gli zuccheri presenti nell’ ananas possono essere utili al fegato per svolgere la sua azione detossificante, insieme ad una verdura cruda, da consumare nel medesimo pasto. In questo caso la quantità è ridotta, a circa 1/8 di ananas.


 

domenica 26 marzo 2017

Nutrition and Cardiac Health (Nutrizione e Salute del Cuore)

Vi annuncio con piacere che è stato pubblicato da Sperling il libro di cui sono co-autore: INTEGRATIVE CARDIOLOGY: A New Therapeutic Vision.

Ho curato in particolare i capitoli legati alla nutrizione e alla salute dell’ apparato cardiovascolare come membro affiliato dell’ Università Marconi (Roma).

Il libro è stato scritto in lingua inglese ed è rivolto principalmente a medici e cardiologi di tutto il mondo.

Troppo spesso si confonde la prevenzione delle malattie cardiovascolari con il mantenere i valori di colesterolo entro i limiti di riferimento.

In realtà recenti studi confermano che esistono anche altri fattori alla base della salute del tuo cuore e, fra questi, quelli che possono essere modulati dalla nutrizione sono numerosi. 

Il libro propone una nuova visione d’ insieme dell’ apparato cardiovascolare sulla base delle più recenti scoperte, senza tralasciare i preziosi insegnamenti delle medicine più antiche.

Ho svelato i segreti e smascherato le bufale e le false convinzioni in tema di nutrizione.

Ho spiegato l’ importanza della ottimale funzionalità dei mitocondri e dell’ autofagia per il cuore Ho discusso i  meccanismi che controllano l’ infiammazione, lo stress ossidativo, la glicazione e l’ immunità, descrivendo i nutrienti essenziali per mantenerli sotto controllo.

Ho descritto come è possibile personalizzare lo stile nutrizionale e affrontato alcune strategie cognitivo-comportamentali necessarie per mantenere i risultati raggiunti.

Ringrazio la mia insegnante di inglese, Amanda Bernardin (www.englishforbussinesscomunication.com) per il suo prezioso contributo nella traduzione dei questo libro, che è primariamente destinato a madrelingua americani e britannici.

E’ stato frutto di un lungo e scrupoloso lavoro.
Spero possa essere utile a medici e pazienti. 


sabato 23 maggio 2015

LA TIROIDE SECCA, Milano 23 maggio 2015

Il TRATTAMENTO di scelta nell’ ipotiroidismo è quello che prevede la prescrizione di T4 (levo-tiroxina). In realtà utilizzando esclusivamente T4 la conversione nella formativa T3 non è sempre efficace in cui tutti i pazienti e, nello stesso paziente, soddisfacente nelle diverse fasi della terapia. Aumentare il dosaggio di T4 non è la soluzione migliore in tutti i casi: può aumentare la conversione in T3 reverse (che pertanto è necessario dosare) dal T4, con una ulteriore riduzione del T3 e un peggioramento dei sintomi del paziente.
L’utilizzo della TIROIDE SECCA, che contiene tutti gli ormoni tiroidei, è il primo passo per muoversi nella direzione giusta del trattamento dei sintomi dell’ ipotiroidismo, sui quali la terapia con T4 non solo non agisce completamente ma addirittura talvolta peggiora.
L’altro importante aspetto riguarda la gestione globale del paziente.
E’ necessario che  il medico non sia semplicemente un prescrittore o un modulatore del dosaggio di un farmaco ma che sia in grado di gestire il paziente nella sua globalità.
ü  Sarà allora importante tenere sotto controllo tutte le interazioni ormonali e non unicamente gli ormoni tiroidei, viste le numerose e note interazioni ormonali.
ü  Sarà importante fare una diagnosi e un monitoraggio attento attraverso l’ interpretazione corretta degli esami di laboratorio includendo, quando indicato, anche  il dosaggio del T3 e T4 nelle urine delle 24 ore e quello del T3 reverse.
ü  Bisognerà attribuire la giusta importanza a nutrienti fondamentali per la funzionalità della tiroide ( selenio, lodio, zinco, ferro).
ü  Bisognerà prevedere un intervento sullo stile di vita del paziente partendo dall’ alimentazione e toccando anche attività fisica, gestione dello stress, sonno, fumo di sigaretta ed eventuali integrazioni fitoterapiche. http://tiroidesecca.it/