venerdì 9 dicembre 2011

My Plate: nuove conoscenze dalle nuove Linee Guida Americane ?

Col termine My Plate ci si riferisce alle linee guida nutrizionali americane prodotte dal Dipartimento dell’ Agricoltura degli U.S.A. per il 2011  - 2013. C’è qualcosa di nuovo rispetto alle indicazioni precedenti ?
Una cosa sicuramente si, se è vero che un cerchio è una figura geometrica differente rispetto ad un triangolo (o meglio a una “piramide”): nella sostanza poco. Ma andiamo per gradi.
Il piatto che compone un pasto principale, fortemente rappresentativo di questo metodo, viene suddiviso in quattro parti. Metà dovrà essere riempito da frutta e soprattutto da verdura (l’importanza di frutta e verdura era già stato evidenziato nelle ultime linee guida italiane ed europee ed è comunque noto).
L’altra metà dovrebbe essere costituita da cereali, preferibilmente integrali, e in parte minore da proteine. Per quanto riguarda la colazione, al di fuori del piatto, sono rappresentati latte e derivati.
Inoltre, le linee guida americane specificano di mangiare porzioni non troppo ricche di “calorie”, ponendo molto l’accento sulla quantità di alimenti e sulla misura del fabbisogno calorico attraverso età, sesso, attività fisica, etc.
Da questo punto di vista non vengono considerate le modificazioni ormonali individuali nella determinazione del peso corporeo mentre  dal mio punto di vista queste non sono affatto trascurabili: non a caso la scienza, ormai da tempo, riconosce come l’ “organo  adiposo” sia in grado di secernere importanti ormoni e citochine e come molti ormoni condizionano l’accumulo di tessuto adiposo bianco e la composizione corporea (insulina, glucagone, GH, testosterone, DHEA per fare solo qualche esempio).
Senza parlare dell’importanza della QUALITÀ degli alimenti che introduciamo ogni giorno e che possono condizionare fortemente la nostra salute e il nostro invecchiamento.
Le linee guida sottolineano alcuni alimenti che dovrebbero essere aumentati e altri che dovrebbero essere ridotti.
Quelli da aumentare sono la frutta e la verdura e i cereali integrali, da preferire a quelli raffinati.
Quelli da ridurre quelli ricchi di sodio e le bevande zuccherine.
Per quanto riguarda il primo aspetto l’importanza del sale nel favorire l’ipertensione arteriosa è riconosciuto da molto tempo, anche in Italia. Peraltro, io sottolineerei che il cloruro di sodio non è l’unico sale che introduciamo con l’alimentazione. Vi siete mai chiesti quanti Sali vengono introdotti quando si mangia un gustoso minestrone composto da più verdure, ognuna delle quali è ricca di differenti Sali, che possono precipitare determinando le stesse conseguenze, anche se in realtà il risultato finale è peggiore perché i Sali sono tanti e i loro effetti si sommano.
Nello stesso capitolo del My Plate è indicata l’importanza di leggere le etichette per verificare i contenuto di sodio degli alimenti, ma io allargherei naturalmente l’osservazione anche agli altri nutrienti, alla zona di origine del prodotto e alle eventuali sostanze aggiunte.
Nelle linee guida USA viene consigliato di usare acqua al posto di bevande e bibite zuccherine.
Questo è sicuramente condivisibile ed anche una considerazione di buon senso : molti delle “calorie vuote” che vengono introdotte derivano proprio da qui. Ma per la corretta idratazione sottolineerei l’importanza dell’ “acqua di vegetazione”, quella filtrata da frutta e verdura, utilissima per favorire le reazioni chimiche del nostro organismo e del fegato in particolare e che non sovraccarica , in qualche caso inutilmente l’ apparato cardiovascolare e il rene.
La rappresentazione della colazione con latte e derivati mi sembra non dare enfasi sufficiente all’importanza dellacolazione stessa (non si mangia nulla ?) e non mi pare essere raccomandabile, o almeno non a tutti.
Se infatti non è così irrilevante la quota di persone intolleranti al lattosio bisognerebbe chiedersi se il consumo quotidiano di latte e derivati suggerito in modo generalizzato non abbia effetti negativi sul colesterolo LDL, sulla calcolosi renale, la stipsi e l’ipertensione arteriosa (i formaggi stagionati sono molto ricchi di Sali).
E siamo proprio sicuri che l’indicazione verso latte più povero di grassi possibile (come avviene nel My Plate) è veramente una raccomandazione lungimirante e  incida in modo determinante sulla prevenzione dell’ obesità ? Non è forse questo tipo di latte che per ovvi motivi non può non essere trattato ulteriormente dall’industria ? I grassi contenuti nel latte non potrebbero contribuire a bilanciare il carico glicemico del pasto ?
A proposito di grassi devo dire che la prima osservazione che mi è venuta in mente osservando l’immagine del My Plate è stata proprio questa: dove sono i grassi ? In realtà nelle Linee Guida è specificato come, secondo la loro opinione, i grassi non sarebbero una categoria alimentare. In realtà sono concetti acquisiti della biochimica nutrizionale quello per cui esistono acidi grassi così necessari al nostro organismo da essere definiti essenziali, senza parlare degli acidi grassi omega tre,le cui azioni benefiche per l’organismo sono note e sempre più valorizzate.
E da ultimo, ma come si usa dire non meno importante, non bisogna ma dimenticare che le Linee Guida Nutrizionali Americane, pur essendo redatte da parte di un Dipartimento della  elevatissima formazione scientifica sono state pensate per una popolazione con stile di vita, abitudini, tradizioni culinarie e patrimonio alimentare molto diverso dal nostro e pertanto, in linea generale, non possono essere meramente importate ma possono semmai essere degli spunti da adattare.

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