domenica 16 dicembre 2012

IRISINA: l' ormone bruciagrassi ?!?



La mia risposta alla domanda deriva dalla convinzione che gli slogan in medicina diventano delle trappole, nel senso che possono minimizzare o enfatizzare eccessivamente un’informazione che ha la pretesa di essere scientifica.
Ma per parlare dell’ irisina ci si può rifare all’ articolo da me pubblicato nel 2009 e presente nelle news:” Non chiamiamolo solo grasso”.
Da tempo, quindi, è stato dimostrato dal gruppo del Prof. Cinti la possibilità di trasformazione degli adipociti bianchi in adipociti bruni (e viceversa),  attraverso lo stimolo termico del freddo (nel primo caso) con un processo chiamato di tranfdifferenziazione.
Dal punto di vista scientifico questa fu una notizia che aveva del sensazionale dal momento che si ammetteva la possibilità che una cellula matura adulta si potesse “trasformare” in un'altra cellula adulta. Gli studi che hanno condotto Shinya Yamanaka e JohnGurdon a conseguire il premio nobel per la medicina nel 2012, peraltro,  ci rassicurano sulla possibile validità di un’ ipotesi come questa. Ma la vera novità deriva dal fatto che nel 2012 è stata dimostrata l’ esistenza  di una miochina, che è stata chiamata irisina, che favorisce questa transdifferenziazione.
L’ irisina è un ormone stimolato dall’ esercizio fisico e la sua  scoperta apre nuovi scenari nello studio e nella cura dell’ obesità.
Pertanto, fuori luogo ed eccessivamente semplicistica appare le classificazione che distingue il tessuto adiposo bianco come cattivo e quello bruno come buono.
In realtà i bias (gli errori sistematici) sono almeno due.
Uno è semplicemente semantico: per consuetudine e sulla base di un retaggio storico gli adipociti vengono distinti in bianchi e bruni. In realtà le differenze morfologiche e funzionali sono così grandi che magari sarebbe stato più opportuno chiamarli in due modi diversi, per esempio adipociti bianchi i primi (per gli evidenti vacuoli di grasso che spostano il nucleo alla periferia) e in mitocondriociti i secondi per la dominanza dei mitocondri .
Il secondo bias deriva dalla stessa definizione di tessuto adiposo,  proprio perché anche le riflessioni sulla transfdifferenziazione e sulla localizzazione delle cellule nell’ organismo adulto ci ricordano come probabilmente sia più corretto parlare di sistema adiposo(analogamente al sistema immunitario e quello nervoso) che non di tessuto.
Può essere utile segnalare come, sperimentalmente, si è osservato che i topi che hanno una prolattina bassa mostrano un’ ottima sensibilità all’ irisina e noi sappiamo come i pazienti che sono affetti da sindrome metabolica hanno livelli elevati di quest’ ormonae (PRL).
E per quanto riguarda il legame tra attività fisica  e adipociti bruni può essere utile ricordare l’importanza di quelli localizzati nel muscolo. L’ attività fisica determina in questo distretto vasodilatazione e migliora l’ insulino-sensibilità, potendo anche attraverso questo meccanismo favorire il dimagramento.



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