Perché invecchiamo ?
Una delle risposte più condivise dalla comunità scientifica evoca la teoria dell’ endocrinosenescenza: con l’
aging si assiste ad un progressivo calo
dei livelli ormonali ottimali e a una
modificazione dei rapporti fra gruppi di ormoni e ciò favorirebbe il
manifestarsi del declino funzionale e di numerose patologie age-dependent.
Nel nostro immaginario
sono chiari i cambiamenti fisici e mentali che accompagnano la menopausa e
l’andropausa anche se in realtà tutte le ghiandole vanno incontro a una progressiva
“pausa” che condiziona l’ invecchiamento.
Di fronte a questa condizione
cosa fare ? Una possibile risposta
deriva dagli Ormoni Bioidentici, che
sono conosciuti e vengono utilizzati da oltre 60 anni da medici specialisti di
tutto il mondo.
Gli ormoni
bioidentici sono per definizione chimicamente “identici” agli ormoni presenti nel nostro
corpo. Sono estratti da piante (come la Dioscorea Villosa, la soia, etc.) e a
buon titolo possono essere definiti naturali non solo perché derivano dalla
natura e non sono sintetizzati dall’ uomo, ma anche perché vengono riconosciuti
come tali dal nostro organismo e pertanto sono estremamente efficaci e sicuri.
Sono chiamati anche naturali, bio-equivalenti o umano equivalenti.
Il concetto è quello della imitazione delle azioni della natura usando sostanze
di origine naturale che si trovano nei
sistemi fisiologici in dosi fisiologiche. Un’ immagine molto rappresentativa li
paragona ad un guanto (gli ormoni) che calza perfettamente alle dita della
nostra mano (il “nostro”organismo).
Per completezza
occorre ricordare che la struttura degli ormoni NON bioidentici
è diversa da quelli naturali (condizione necessaria per poter sviluppare un
brevetto) o possono provenire da un’altra specie animale.
Ma quali sono gli
ormoni identici ? Fra i più utilizzati vi sono quelli deficitari e squilibrati
in premenopausa e menopausa come il
progesterone, l’ estradiolo, l’ estriolo, il DHEA (deidroepiandrosterone) ma
anche il pregnenolone, il cortisolo, il testosterone, l’ ormone tiroideo e il
keto-DHEA, per fare qualche esempio.
Gli ormoni bioidentici
vengono utilizzati in caso di carenza di ormoni o gruppi di ormoni documentati
da specifici esami ed evidenziati dalla clinica del paziente.
L’ obiettivo della terapia sostitutiva con ormoni bioidentici è
quello di alleviare i sintomi
causati dalla diminuzione nella
produzione di ormoni da parte
del corpo e ridurre l’incidenza della malattie legate agli
squilibri ormonali, favorendo l’equilibrio e imitando,
per quanto possibile, i processi naturali
del corpo.
Per ottenere questo
bisogna assumere dosi fisiologiche degli ormoni carenti, scegliere sempre il miglior tipo e marca
possibile del prodotto, correggere simultaneamente tutte le più importanti deficienze ormonali, iniziare il trattamento al momento giusto ed eseguire regolari follow up.
E’ importante quindi il
concetto di dosaggio fisiologico
(non farmacologico o sovrafisiologico), una dose che non è troppo alta o bassa
e rientra nel range di sintesi di un individuo sano e di valore ottimale dell’ ormone, che si riconduce al dosaggio in età giovanile (circa
25 anni) per quel soggetto. Occorre ricordare che il valore ottimale non è
esattamente sovrapponibile al range di normalità indicato dai laboratori di
analisi, spesso troppo ampio, aspecifico e non adatto ad una medicina che per
definizione ha l’ambizione di essere preventiva e predittiva, ma pensato solo
per discernere fra salute e malattia.
Il dosaggio deve essere personalizzato, tramite
test di laboratorio e una loro corretta interpretazione, valutando
i sintomi, i segni della carenza, dell’
eccesso o dello squilibrio di ormoni o gruppi di ormoni, tenendo conto della
storia famigliare e della risposta a terapie farmacologiche precedenti dell’
individuo. Tutto questo deve essere valutato da una guida clinica esperta e
rivalutato periodicamente con puntuali follow-up.
Per molti ormoni il modo migliore è iniziare è quello che
prevede di partire a bassi dosaggi, osservare il loro effetto e aumentare progressivamente.
Per altri ormoni è meglio iniziare con la dose che si presume sia adeguata o leggermente inferiore e poi arrivare al valore ottimale.
Per altri ormoni è meglio iniziare con la dose che si presume sia adeguata o leggermente inferiore e poi arrivare al valore ottimale.
Usualmente si consiglia la prima visita di controllo dopo un mese dall’inizio
della terapia e poi ogni 3-6 mesi
quando la terapia si è stabilizzata o in
qualsiasi momento quando sia necessario un aggiustamento
a causa di cambiamenti che possono riguardare la dieta, il lavoro, lo stress lo sport,
il sonno, le stagioni o eventuali malattie.
Molti pazienti chiedono
qual è la differenza fra questi “nuovi”, o meglio poco conosciuti, ormoni e
quelli che normalmente vengono prescritti.
La differenza è
sostanziale e non solo di forma e cercherò ora di evidenziarla attraverso un
vero e proprio confronto.
Gli Ormoni Bioidentici hanno l'esatta struttura molecolare di quelli sintetizzati nel corpo umano e
producono le stesse risposte fisiologiche degli ormoni endogeni.
Devono essere somministrati secondo modalità che imitano i rapporti naturali fra gli ormoni nell’ organismo e attraverso vie di somministrazione (di solito creme o compresse micronizzate utilizzate secondo un preciso timing) volte a ottimizzare la loro azione.
Devono essere somministrati secondo modalità che imitano i rapporti naturali fra gli ormoni nell’ organismo e attraverso vie di somministrazione (di solito creme o compresse micronizzate utilizzate secondo un preciso timing) volte a ottimizzare la loro azione.
Gli ormoni artificiali, convenzionali o “brevettati” di solito non si trovano in natura
o almeno non negli esseri umani. Il
Premarin, per esempio, il capostipite degli estrogeni artificiali deriva dall’ urina di cavalla in stato di gravidanza.
Questi “farmaci” non sono identici nella struttura chimica o nella funzione agli ormoni naturali.
Questi “farmaci” non sono identici nella struttura chimica o nella funzione agli ormoni naturali.
La diversa struttura può causare un legame diverso,
instabile o incompleto al sito recettoriale dell' ormone e questo può
determinare effetti diversi.
Gli ormoni di sintesi sono poi metabolizzati dal fegato più lentamente e con maggiore difficoltà, potendo determinarsi un loro di accumulo che può provocare effetti negativi sull’ organismo.
Gli ormoni di sintesi sono poi metabolizzati dal fegato più lentamente e con maggiore difficoltà, potendo determinarsi un loro di accumulo che può provocare effetti negativi sull’ organismo.
L’
esempio chiarificatore che di solito viene fatto è quello che paragona la supplementazione
con progestinico (sintetico) quella con il progesterone (ormone bioidentico)
Abbiamo detto che il progestinico è un farmaco sintetico,
una molecola artificiale sviluppata per imitare le azioni di progesterone ma che non ha l'intera gamma di attività del progesterone
naturale. Il Progesterone naturale
è una molecola che è di origine
vegetale ed è identico all’ ormone
prodotto nel nostro corpo con gli stessi effetti dell’
ormone naturale.
Ma quello che stupisce è
l’ entità degli effetti collaterali.
Il progesterone bioidentico può determinare solo un lieve
sonnolenza: in realtà la carenza di progesterone determina irritabilità ed
insonnia e quindi l’ormone contribuisce solo al ristabilirsi di un equilibrio
naturale.
L’ ormone sintetico può determinare: trombosi, dolorabilità al
seno, gonfiore, depressione alterazione della visione, emicrania e altro ancora.
Il progesterone
bioidentico è protettivo verso il sistema cardiovascolare: il progestinico di
sintesi ha documentati effetti negativi.
Tutto questo non
significa che la terapia di sostituzione con ormoni bioidentici (BHRT, Bioidentical hormone replacement
therapy) sia semplice o possa essere improvvisata, ma può essere uno strumento
importante nelle mani del medico specialista per favorire il benessere del
paziente.
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