La bioterapia
nutrizionale® è una metodica che utilizza gli alimenti, le modalità
di cottura e le associazioni fra i cibi per la prevenzione e la cura delle
malattie. Deriva dalle geniali intuizioni della Dott.ssa Domenica Arcari Morini
di Roma che l’ ha ideata e che per oltre 40 anni, con i suoi collaboratori, l’ ha sviluppato. A mio avviso esistono poche metodiche
efficaci, naturali, piacevoli, “raffinate e affinate” (dal punto di vista
scientifico) come questa.
La natura offre
possibilità di cura straordinarie perché ogni alimento non è importante solo
per il suo contenuto nutrizionale, per le calorie che produce o gli
oligoelementi che contiene ma anche perché è un insieme armonico di tutto
questo che interagisce con l’ individuo in modo dinamico e sfruttare al
massimo le sue potenzialità può
determinare risultati veramente sorprendenti.
Tutti, addetti ai
lavori e non, sono d’accordo sul fatto che l’alimentazione sia alla base della
salute e del benessere ma troppo poco si considera il fatto che una alimentazione
scorretta può essere determinante per lo sviluppo delle malattie (basti pensare
all’ epigenomica) anche perché tutti ci dobbiamo nutrire, in condizioni
fisiologiche e non, e alimentarsi in modo corretto può fare la differenza.
La bioterapia nutrizionale
è in grado di influire sulle principali funzioni organiche del nostro organismo
come la regolazione glicemica, l’ottimizzazione della funzionalità epatica, tiroidea
e renale e sul bilanciamento dell’ assetto ormonale.
La metodica
bionutrizionale prevede una sequenza di pasti modificando le associazioni
alimentari in base alla risposta soggettiva ed oggettiva dell’ individuo e del
malato.
Dopo una accurata
diagnosi medica, avvalendosi anche dello studio delle costituzioni derivante
dalla Medicina Tradizionale Cinese e con l’ ausilio della interpretazione dello
stick urinario vengono proposti una successione di pasti sulla base delle
esigenze individuali del paziente.
La buona notizia,
inoltre, è che i pasti proposti sono
veramente e inaspettatamente gustosi ed appaganti e vi stupiranno almeno per
due motivi.
Primo motivo. La
Dott.ssa Domenica Arcari Morini è partita da profonde conoscenze della
fisiologia, dell’endocrinologia, della biochimica, del contenuto nutrizionale
degli alimenti e delle modificazioni con i vari tipi di cottura e li ha
coniugati con la cucina tradizionale italiana, ricchissima e variegata e in
grado di far fronte alle esigenze di popoli abitanti in zone diverse del Paese,
da quelle costiere a quelle montuose. In altri termini, se un piatto tipico, e
magari con una lunga storia, si è tramandato fino ai giorni nostri un motivo ci
sarà: sta alla conoscenza del medico bionutrizionista utilizzarlo in modo
appropriato a seconda delle esigenze del paziente.
Secondo motivo. Alcuni
dei piatti proposti o le loro modalità di cottura “spiazzano” il paziente perché magari sono
stati banditi da tempo immemore dalle tavole sulla base delle notizie
dietetiche più diffuse fra il pubblico e
anche fra i medici.
Questo accade perché il
razionale è diverso e come ho già detto molto “raffinato, ricco e innovativo”
ed è persino superfluo ricordare come le campagne informative attuali abbiano
presentato gravi lacune, se è vero che nonostante siano state in grado di
proporre linee guida per una corretta alimentazione, in realtà l’ obesità (sia
infantile che dell’adulto), il diabete, la diabesità
e le malattie cronico degenerative in cui la nutrizione ha un impatto rilevante,
stanno aumentando anziché diminuire.
In realtà non è detto
che tutto ciò che è gustoso non si possa mangiare: anzi.
L’ esperienza personale
di tutti noi, supportata dalle teorie che stanno alla base della terapia
cognitivo comportamentale del peso, ci insegna che una delle caratteristiche
della dieta di successo è che sia gratificante, soprattutto nella fase di
mantenimento del peso e quando è importante la gestione dello stress. A questo
naturalmente si aggiunge l’applicazione del nuovo razionale nutrizionale.
Sarà importante la
qualità all’ origine del prodotto che si consuma e che dovrà essere meno
manipolato possibile per poter sfruttare al meglio le sue potenzialità e non
sovraccaricare il nostro organismo di “spazzatura”.
Bisognerà tenere presente sempre il concetto
di biodisponibilità di un nutriente,
che nella pratica clinica e nelle diete “fai da te” viene sottovalutato o non
preso affatto in considerazione,
sostituito da calcoli derivati da semplici ma sterili tabelle che non
riusciranno mai a descrivere in modo soddisfacente il destino metabolico degli
alimenti una volta introdotti nel nostro organismo.
Di fronte a questo
scenario meglio arroccarsi su poche e granitiche certezze o cercare nuove
strategie nell’interesse del paziente ? Io non ho dubbi nello scegliere la
seconda strada che, anche se più tortuosa, risponde meglio al metodo
scientifico, al mio desiderio di sapere e di essere nella condizione di
proporre il meglio possibile alla persona / paziente che si rivolge a me per un
aiuto.